Piano piano, ma qualcosa si sta muovendo. Non solo per avere più rispetto dei diritti che la disabilità comporta, sperando che la questione sia un giorno ai primi posti dell’agenda politica, ma anche per accendere i riflettori su chi si prende cura dei familiari malati: i caregiver.
Se vogliamo dargli una carezza li possiamo definire gli angeli del quotidiano, ma non basta assolutamente. Ci vogliono fatti concreti per dargli aiuto, sollievo, conforto. Perché da soli non ce la possono fare. Stare ogni giorno dell’anno accanto a un malato è impresa titanica che solo l’amore può rendere possibile. Ma non per sempre perché le forze si affievoliscono anche in coloro che si prendono cura del familiare. Se restano soli. Senza prospettive.
E allora la speranza è che lo Stato si faccia sempre più carico delle istanze che vengono dal mondo dei caregiver. Due ministre si stanno mobilitando su questo fronte. Alessandra Locatelli ha annunciato che nel 2025 ci sarà una legge ad hoc mentre Elisabetta Casellati ha annunciato che "le modifiche previste dal nuovo Codice unico mirano a semplificare le procedure per l’invalidità, facilitare l’accesso alle agevolazioni lavorative e supportare adeguatamente i caregiver".
Si tratta di passi piccoli ma decisivi "per dare risposte rapide e concrete a chi già affronta gravi difficoltà familiari e personali e vive in condizioni di disagio". Con la convinzione che "la battaglia per i più fragili resta al centro dei nostri pensieri e della nostra agenda". Confidiamo che sia così davvero. Che il prossimo anno porti a livello nazionale e poi regionale e a livello comunale novità positive per il popolo di chi assiste.
E teniamo a mente l’inizio della lettera rivolta da un gruppo di caregiver al governatore toscano Eugenio Giani affinchè qualcosa cambi: "Siamo un gruppo di familiari che si sono conosciuti in questo oceano di dolore e tormento...".