"Nove milioni di euro per migliorare Sollicciano"

Il sottosegretario alla Giustizia annuncia un investimento di 9 milioni per il carcere di Sollicciano a Firenze, per lavori urgenti e miglioramenti strutturali entro il 2025.

Nove milioni per Sollicciano. Lo ha detto Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, che ieri ha visitato il penitenziario di Firenze, e ha annunciato l’investimento. "Ci sono 5 milioni di euro - ha spiegato - che il Mit ha messo a disposizione per lavori ritenuti necessari, altri 2,5 milioni da parte del Dap, e successivi 2,5 milioni che saranno destinati alla sistemazione della videosorveglianza interna". Il carcere di Sollicciano è una struttura che "va risistemata: paga probabilmente molti anni di incuria - ha aggiunto -, mancata progettazione, mancata esecuzione di lavori anche di ordinaria amministrazione". Secondo il sottosegretario, "realizzare ex novo una nuova struttura diventa veramente difficile oggi da poter ipotizzare. Quello che noi possiamo fare però - ha spiegato - e che dobbiamo fare è riprendere in mano quello che c’è in questa situazione, e ovviamente migliorarlo. Lo faremo con quegli investimenti, con una progettazione immediata e con una esecuzione che deve vedere un fine lavori entro la metà del 2025".

Un’agenda fitta, che per il momento, spiegano dal carcere, deve ancora essere delineate nei dettagli. Quanto andrà reinvestito nel padiglione maschile? Quanto nel campo da rugby in programma da tempo? Quanto nella sezione femmilne? Rispettivamente, per il primo è sempre più urgente un cappotto termico e l’impermeabilizzazione del tetto, così da evitare le continue infiltrazioni di acqua (che si ripetono a ogni temoporale) sia nelle celle sia negli ambienti di lavoro della polizia penitenziaria.

"Cercheremo anche di spingere per realizzare un protocollo nazionale - ha sottolineato il sottosegretario -, e cercheremo ovviamente di farlo anche prima, se possibile", per inviare "i soggetti con fine pena di anni uno e mezzo, due, quindi i soggetti che potrebbero uscire in misura alternativa", in strutture esterne "capaci di fare formazione e soprattutto svolgere lavoro".