"No al sequestro delle chat di Renzi"

La Giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta di sequestro della corrispondenza elettronica di Matteo Renzi nell'inchiesta sulla Fondazione Open. I gruppi, tranne M5s, hanno votato a favore della decisione. Prossima udienza il 4 aprile.

La Giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta della procura di Firenze per il sequestro della corrispondenza elettronica di Matteo Renzi, nell’ambito della inchiesta sui presunti finanziamenti illeciti della Fondazione Open. Tutti i gruppi, tranne M5s, hanno votato a favore della proposta del relatore, Meinhard Durnwalder, che chiedeva di respingere la richiesta dei Pm. Ora dovrà esprimersi l’Aula di Palazzo Madama. La prossima udienza del procedimento penale è invece fissata il 4 aprile.

"Abbiamo votato a favore della relazione di Durnwalder perché abbiamo apprezzato il profilo tecnico-giuridico: ci sono cinque sentenze della Cassazione che hanno annullato altrettanti sequestri nell’ambito della stessa indagine con motivazioni piuttosto forti sull’infondatezza del ‘fumus commissi delictì e sul carattere esplorativo e sproporzionato dei sequestri", ha detto il senatore Alfredo Bazoli (Pd), componente della Giunta per le immunità parlamentari di palazzo Madama. "Argomenti molto solidi per giustificare la nostra decisione di negare l’autorizzazione al sequestro - ha aggiunto - Ci sono indici che consideriamo attendibili per ritenere che ci possa essere un sospetto di ‘fumus’, che per noi è sufficiente".

"Abbiamo votato in senso favorevole il documento del relatore perché a nostro avviso la norma costituzionale dell’articolo 68 protegge fino in fondo autonomia e indipendenza delle Camere e, solo in via differita protegge il singolo parlamentare. In questo caso noi abbiamo cinque pronunce della Corte di Cassazione, ma, quel che più conta, una sentenza della Corte costituzionale, che disciplinano la corrispondenza dei parlamentari come inviolabile e, come tale, protetta dalla garanzie costituzionali". ha aggiunto l’altro componente della Giunta per le immunità, il senatore Sergio Rastrelli (FdI). "Quindi quei sequestri non andavano effettuati e l’autorizzazione delle Camere, presidio di libertà e indipendenza nello svolgimento del mandato parlamentare, doveva essere concessa e doveva essere preventiva", ha concluso Rastrelli.