OLGA MUGNAINI
Cronaca

Innocenti, il museo del cuore: investiti 13 milioni

Nuovo volto per il museo dell'Istituto, da sei secoli rifugio dei trovatelli

Una scena d’epoca dentro all’istituto degli Innocenti

Firenze, 21 giugno 2016 - La prima "gettatella" arrivò il 5 febbraio del 1445 e fu chiamata Agata Smeralda. Gli ultimi due bambini vennero lasciati alla "finestrella ferrata" la notte del 30 giugno 1875 e battezzati, non a caso, Laudata Chiusuri e Ultimo Lasciati. Il giorno dopo, nel giovane Stato Italiano, l’abbandono di minori sarebbe diventato un reato. Ma non per questo l’Istituto degli Innocenti smise di accogliere tutti quei neonati che, per un motivo o per l’altro, non potevano essere cresciuti dai genitori. Fu istituito l’Ufficio di consegna e la tradizione di accoglienza andò avanti con lo stesso impegno, lo stesso amore e la stessa riservatezza.

Lo "Spedale degli Innocenti" è la più antica istituzione pubblica italiana dedicata all’accoglienza dei fanciulli, alla loro educazione e tutela. Fu il Consiglio del Popolo della città di Firenze, nel 1421, a decretarne la nascita, affidandone la protezione alla potente Arte della Seta. E venne chiesto a messer Filippo Brunelleschi di costruire quell’edificio e quel loggiato di piazza Santissima Annunziata, che sarebbe diventato emblema dell’architettura rinascimentale. Da allora sono passati quasi sei secoli. E sono stati centinaia e centinaia i bambini che grazie agli Innocenti hanno avuto sostegno.

Quella lunghissima lista di nomi e storie vengono ora celebrati nel museo appena restaurato e ampliato, che si articola in tre diversi percorsi: architettura, arte e storia. Dopo 3 anni di lavori e 13 milioni di investimenti, il Museo dell’istituto degli Innocenti si presenta come uno spazio multidisciplinare di 4.900 metri quadrati su tre livelli, secondo il progetto di ristrutturazione dell’Ipostudio Architetti. All’intero la storia dell’ente dal ’400 a oggi, da ospedale per i bimbi abbandonati ad azienda pubblica di servizi, con una missione incentrata sulla promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Tra le decine di opere d’arte, alcune delle quali restaurate per l’occasione, anche i "tondi" di Andrea della Robbia, nella loro elegante terracotta invetriata bianca e azzurra, creati come ornamento alle architetture brunelleschiane della piazza. Tondi diventati il simbolo stesso degli Innocenti. E ancora dipinti di Giottino, Botticelli, Ghirlandaio, Bartolini. Nel percorso dedicato alla vita quotidiana dei bambini accolti, troviamo il racconto sulle modalità dell’abbandono, l’allattamento delle balie. E la toccante sala con 140 piccole teche contenenti i segni di riconoscimento lasciati dai genitori insieme ai bambini: un anello, medaglie o monete spezzate, santini, piccole croci, chicchi di rosario, vetro colorato, bottoni, pezzi di stoffa. Tutto ciò che chissà, forse un giorno, avrebbe potuto consentire di ritrovare il proprio figlio.

"L’accoglienza e la bellezza sono state fin dalla fondazione parte integrante dell’opera educativa e sociale degli Innocenti – ha detto la presidente dell’istituto, Alessandra Maggi – Il museo è un’ulteriore tappa nella direzione della consapevolezza che la tutela dei diritti dei minori in tutto il mondo sia un’imprescindibile necessità".