Federico, dramma già visto: i giochi alcolici che costano la vita

La tragedia della notte scorsa ripropone un preoccupante fenomeno giovanile. Vittime degli eccessi non solo studenti, fuorisede e non, ma anche turisti

Il corpo di Federico portato fuori dal palazzo dal personale della Misericordia

Il corpo di Federico portato fuori dal palazzo dal personale della Misericordia

Firenze, 23 febbraio 2021 - Ci sono i carabinieri, in via Porta Rossa. La gente passa, chiede, s’informa, commenta: la notizia della tragedia scorre rapida: «E’ un film già visto» dice uno uomo di mezza età, battuta immediata e pizzico di cinismo così tipicamente fiorentini.  Sì: un film già visto. Nulla che voglia offendere la memoria di chi è morto nel fiore degli anni. Di preoccupante semmai. Firenze, città universitaria, piange la perdita di un altro dei suoi figli adottivi. Non solo studenti, anche giovanissimi turisti. Fatali le cadute accidentali, quando la notte declina e sta per farsi giorno. E spesso è la nebbia alcolica a far da sfondo – e causa prima – a una tragedia che ha precedenti sinistramente simili. E tanti altri episodi drammatici, con giovani ricoverati e salvati in extremis dal coma etilico. Come i due ricoverati a Santa Maria Nuova nel marzo 2016 dopo essere stati trovati dai carabinieri in piazza San Paolino, in stato di incoscienza in piazza San Paolino.  La città attira tanti studenti. Non pochi quelli che qui si fermano. Diffusa, troppo, l’abitudine di tirar tardi. E fin qui. E’ che molti bevono forte, di tutto. Mischiano e rischiano. Prima della pandemia c’erano già state polemiche roventi per alcuni tentativi di imporre il coprifuoco ai locali che servivano a più non posso, anche troppo impunemente.  2-3 gennaio 2006: di notte, sparisce Francesco Borrelli, 27 anni, studente di Scienze Politiche, rugbista per diletto. Le ultime tracce risalenti alla sua presenza in un pub zona piazza Santa Croce. Poi lo scooter rintracciato sulle sponde dell’Arno, zona San Niccolò. Da allora, più niente. Lo ritrovano oltre un mese più tardi il corpo che affiora all’altezza del ponte di Santa Trinita. 13 febbraio 2011: dramma subito prima di San Valentino. Omero Canal, 25 anni, viene inghiottito dalle acque dell’Arno, si butta dal ponte Santa Trinita sotto gli occhi increduli degli amici e della sua ragazza, 23. Prima hanno trascorso una serata con amici nei locali dell’Oltrarno. Un litigio, banale, finisce in tragedia «Guarda che mi butto giù...» dice Omero. Si leva il giubbotto e si butta. Lo vedono nuotare, annaspare, lo sentono chiedere aiuto, ma la corrente lo ricaccia tra i flutti. I due convivevano in un appartamento alla periferia di Firenze. Lui – si disse – aveva bevuto troppo. 18 febbraio 2011: stavolta il possibile artefice di una disgrazia è un gioco. Un videogioco, anzi: Assassin’s Creed dove il protagonista compie azioni spericolate anche dai tetti. La vittima è un soldato Usa di 19 anni di stanza alla base Nato di Vicenza. Michael Cumpston scala un hotel in centro con il montacarichi di un cantiere; raggiunto il tetto in centro cerca di saltare sul tetto del palazzo davanti. Precipita in via del Corso. 28 settembre 2017: riaffiora in Arno verso il ponte Vespucci un ragazzo danese di 19 anni, in gita scolastica. A dare l’allarme nella notte un compagno di classe che si trovava con lui. Avevano passato la serata in discoteca; rientrando in albergo il 19enne aveva scavalcato la spalletta, gettandosi. Si ipotizzò un abuso di alcol e droghe.  17 gennaio 2018: non ci sono solo stranieri studenti. Un tunisino di 26 anni che si è spogliato in piazza Frescobaldi restando con solo un paio di slip, sale su una pigna del Ponte Santa Trinita, dice frasi farneticanti, viene fermato dalla polizia poco prima di buttarsi.  giovanni spano

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