Amianto a scuola, "morti sospette tra ex docenti"

Denuncia dei grillini. La replica del vicesindaco Giachi: "No ad allarmismi, mi auguro non si speculi sulle disgrazie"

L’edificio che ospita l’Itis Leonardo Da Vinci (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

L’edificio che ospita l’Itis Leonardo Da Vinci (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 11 aprile 2015 - Infuria la polemica sull’amianto all’Itis Leonardo Da Vinci. Ieri l’Osservatorio nazionale amianto ha organizzato un incontro a Palazzo Vecchio col sostegno dei Cinque Stelle. "Siamo a conoscenza di almeno una cinquantina di morti sospette tra ex docenti dell’istituto, che sarebbero avvenute negli ultimi vent’anni. Abbiamo avviato tutte le azioni necessarie per appurare se i decessi per patologie tumorali siano riconducibili ad esposizione ad amianto. Soltanto il sindaco e le altre autorità ci potranno confermare l’esattezza delle segnalazioni", le parole dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente Ona.

Scenari da brividi. "Le indagini difensive sono iniziate da poco", prosegue il legale. Con lui l’onorevole del M5S Alfonso Bonafede, la consigliera comunale Arianna Xekelos e l’avvocato Saverio Rossi, che un mese fa ha depositato un esposto in procura. "Chiediamo a Nardella di avviare subito la bonifica della scuola. Oppure di trasferire le attività didattiche altrove", tuona Bonanni, preannunciando "azioni di risarcimento danni, anche potenziali". Riguardo alle morti sospette, "tutte da verificare", l’Ona sta raccogliendo «testimonianze di familiari delle vittime e di ex colleghi».

Eppure, il dirigente della scuola Giacomo D’Agostino afferma di non essere al corrente di nessun caso di tumore correlato alla presenza di amianto. Quindi, impossibile affermare che i decessi siano imputabili alla permanenza in quella scuola. Da parte sua, Bonafede punta il dito contro "l’inerzia e lo scaricabarile della politica". "Nessuno può dire che non ne sapeva niente", attacca l’onorevole, ricordando che era il 1997 quando l’Arpat dichiarò la necessità di demolire la struttura.

E il vicesindaco Cristina Giachi? Per prima cosa ribatte mostrando l’elenco di quanto fatto al Da Vinci: dalla copertura del professionale vecchio a quella del professionale nuovo. "Venticinque interventi di bonifica dal 2001. E risposte puntuali alle interrogazioni", afferma Giachi. Che riguardo alle morti sospette non usa mezzi termini: "Mi auguro che si tratti di evidenze certe e provate, e che non si speculi sulle disgrazie delle persone. Si rischia, altrimenti, di procurare allarme e di generare sospetti sull’operato dell’amministrazione".

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