PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Moda, la scommessa di Borgo: "Donne del posto e migranti. Ma senza formazione si muore"

La storia di un’azienda che combatte la crisi. Il patron Fredducci: "La parola chiave è artigianato ma se non si insegna il mestiere il comparto produttivo del lusso non riuscirà a sopravvivere" .

L’impresa mugellana Borgo Cashmere di recente ha inaugurato l’ampliamento della propria sede produttiva, a Borgo San Lorenzo: 82 dipendenti, più altri 40. a domicilio, fatturato in crescita, nove milioni di euro lo scorso anno

L’impresa mugellana Borgo Cashmere di recente ha inaugurato l’ampliamento della propria sede produttiva, a Borgo San Lorenzo: 82 dipendenti, più altri 40. a domicilio, fatturato in crescita, nove milioni di euro lo scorso anno

Ci sono aziende italiane, nel settore dell’alta moda, che, nonostante la forte crisi che il comparto sta attraversando, sembrano riuscire a volare più alto. E’ il caso della mugellana "Borgo Cashmere" che di recente ha inaugurato l’ampliamento della propria sede produttiva, a Borgo San Lorenzo. 82 dipendenti, più altri quaranta a domicilio, fatturato in crescita, nove milioni di euro lo scorso anno, con prospettive di aumento per il 2024, due store a Firenze e uno show-room a Milano. Azienda familiare, guidata da Franco Fredducci, da sua moglie e dai suoi figli. Ed è Franco che spiega quali sono le caratteristiche dell’attuale successo del "Borgo Cashmere".

La prima parola chiave è "artigianalità". "Il fatto a mano – dice Fredducci - : questo è il lusso vero. E ci sono clienti di alto livello che lo hanno capito, facciamo prodotti di nicchia, i miliardari vengono da noi, per acquistare il prodotto fatto a mano, artigianale, il pezzo unico". In una sala della fabbrica della famiglia Fredducci trovi signore anziane, a testa bassa e in mano uncinetto, ago e ferri: "Sono donne del Mugello che fanno parte della nostra struttura ormai da una vita. A volte lavorano a casa, a volte vengono in azienda. Son le nostre matrici, preziosissime".

La seconda parola è "tradizione", e la terza è "formazione", per poter continuare il saper lavorare con le mani. Qui Fredducci non nasconde la propria preoccupazione, e fa un appello anche alle istituzioni: "Oggi abbiamo il dovere di riuscire, insieme alle istituzioni, a formare le persone. Se oggi non si fa formazione, tra qualche anno tutto il comparto produttivo italiano del lusso, in qualsiasi segmento, non avrà più la possibilità di essere produttivo di fronte alle richieste che vengono da tutto il mondo. Le macchine, la meccanica, le compro. Ma questa è un’attività che ha bisogno di persone formate, di figure specializzate".

"Borgo Cashmere" sul fronte della formazione è impegnato da tempo. "La facciamo in azienda – dice il figlio Matteo – ma sono percorsi lunghi, perché ci vogliono anni per avere le competenze necessarie e non sempre i percorsi formativi vanno a buon fine, c’è chi lascia e occorre ripartire da capo. Difficile oggi trovare personale esperto, sono figure ricercatissime, perché servono sia per la formazione dei più giovani che per mandare avanti la produzione". L’azienda mugellana ha aperto anche un’altra strada, quella dell’"integrazione". Oggi al "Borgo Cashmere" – dove il 90% dei dipendenti è formato da donne - ci sono lavoranti di ben trentasei nazionalità diverse: dal Burkina Faso al Gambia, al Senegal. I Fredducci non offrono loro solo il lavoro, ma cercando per loro anche un’abitazione, garantiscono con i proprietari, spesso pagano l’affitto. "Collaboriamo moltissimo con i centri di accoglienza – spiega Matteo - I migranti vengono da noi e iniziano percorsi di avviamento al lavoro. Sono ragazzi e ragazze che hanno una grande voglia di riscatto e quindi sono molto motivati, molto interessati a questi lavori manuali che invece hanno meno appeal nei nostri giovani. Sono davvero bravi." E le ultime parole chiave che Franco Fredducci coniuga sono "innovazione" e "creatività": "Non facciamo solo abbigliamento artigianale – dice -. Lavoriamo per gli alberghi, per le barche e i jet, facciamo kit da viaggio, oggetti di arredo, e in queste creazioni sempre nuove è il mio divertimento creativo. Certo, il cashmere, che prendiamo in Mongolia perché cerchiamo sempre il top, è ancora il prodotto di punta. Lavoriamo per importanti brand francesi, per clienti americani, giapponesi, coreani che apprezzano le nostre lavorazioni. Perché c’è sempre chi sa apprezzare cose belle e uniche".