Michele Placido: "Il mio antieroe goldoniano"

L’attore alla Pergola da martedì con "La bottega del caffè": "Don Marzio ha il coraggio della verità"

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di Olga Mugnaini

Un classico, un caposaldo del nostro teatro, che come tale non finisce mai di raccontare qualcosa di nuovo al pubblico di tutte le età. Alla Pergola, da martedì 31 gennaio al 5 febbraio, arriva la ’Bottega del Caffè’ di Carlo Goldoni, scritta nel 1750, e riportata in scena dal regista Paolo Valerio, con una produzione di Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production, Teatro della Toscana.

Una commedia corale, ma con un protagonista, Don Marzio, interpretato da Michele Placido, che il regista Valerio definisce "un maestro e un “capocomico” generoso, che ha rivelato grande creatività, intensità e intelligenza rispetto a un personaggio che ogni sera ci riserva sorprese nuove".

Maestro Placido, chi è Don Marzio?

"Un antieroe, un personaggio che guarda, anzi osserva e dice la verità su una società corrotta e decadente come lo era la Venezia del tempo. Ed è per questo che diventa scomodo, malvisto e quindi viene cacciato. Insomma un capro espiatorio".

Che umanità vede Don Marzio?

"Siamo in un campiello della potente e ricca repubblica marinara veneziana e quella bottega del caffè è una sorta di microcosmo da cui passano aristocratici sfaccendati, prostitute, commercianti, ricchi borghesi, giovani dediti al gioco che dilapidano patrimoni... E don Marzio, nobile napoletano, persona intelligente e acuta come lo immagina Goldoni, seduto ai tavolini del caffè spia e racconta senza pietà pregi e difetti di quella società".

Ma è anche un maldicente, distorce la realtà, costruisce fake news, si direbbe oggi.

"Sì, come oggi. E questo è il suo lato negativo. Ma è anche l’unico che ha il coraggio della verità, che guarda tutte quelle persone per quello che sono veramente, con le loro debolezze e difetti umani. E la gente non vuole sentirselo dire".

Una pièce che passa dal divertimento all’amarezza quindi.

"Goldoni vuole proprio questo, far sorridere ma anche invitare alla riflessione. E infatti il pubblico alla fine, per quanto consideri Don Marzio un antipatico, conviene che ha ragione lui. Perché come diceva Gramsci, la verità è sempre rivoluzionaria".

Prima della Pergola, domani e domenica in scena al Teatro Era di Pontedera.

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