ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Meyer sul fronte di guerra ’Portiamo via i bimbi malati’

Il chirurgo Pancani: "Situazione peggiore rispetto a ciò che vediamo da qui"

di Ilaria Ulivelli

Perché si parte?

"E’ una domanda che non ha risposta. Noi siamo tutti volontari. Direi perché ci si crede, altrimenti non si farebbe. Personalmente faccio servizio in ambulanza da sempre, per me è il completamento di un percorso". Simone Pancani è chirurgo plastico al centro Ustioni del Meyer. Oggi partirà con la task force dell’ospedale pediatrico per una missione alla volta del confine polacco con l’Ucraina, destinazione Rzeszow, a supporto dei bambini bisognosi di cure in fuga dalla guerra.

Siete pronti? Non sarà facile...

"I traumi di una guerra. E’ la prima volta per tutti noi. Un salto nel buio. Ci metteremo la massima passione e tutto l’impegno. I colleghi che ora sono sul posto ci dicono che il lavoro è da inventare giorno per giorno. Il numero di arrivi non è mai uguale".

Parlava dei colleghi, che situazione hanno trovato?

"I primi a partire sono stati i colleghi della Lombardia, poi quelli del Gaslini di Genova. Ora tocca a noi. Sono otto le regioni italiane che hanno dato disponibilità. Restiamo una settimana. Da quello che ci raccontano la situazione è nettamente peggiore rispetto a ciò che si legge sui giornali e che si vede in tv".

Come nasce questo progetto?

"Nel 2016 il Meyer ha creato il progetto Bambini nel mondo per ampliare l’attività oltre i muri dell’ospedale e i confini della Toscana, dell’Italia. La prima missione si è concretizzata nel 2017 a Lampedusa e Linosa. Siamo stati il primo ospedale a offrire assistenza ai bambini degli sbarchi e a dare supporto ai pediatri del posto".

Come si articola?

"Bambini nel mondo mondo ha una task force umanitaria adeguatamente formata e un mezzo attrezzato. La task force fa parte del sistema di protezione civile. Un gruppo di medici e infermieri, su base volontaria, danno disponibilità in caso di emergenza. Si tratta della prima esperienza del genere in Italia, ma anche in Europa".

Poi vi hanno ‘arruolati’ per la crisi Ucraina...

"La Toscana si è resa disponibile a mandare team medici in Polonia per visitare e curare i bambini e trasmettere i dati alla centrale Cross per le maxi emergenze della protezione civile toscana che trasferirà nei veri ospedali pediatrici italiani chi ha bisogno di immediato ricovero".

Quanti siete?

"Io con la pediatra infettivologa Leila Bianchi e l’infermiere del pronto soccorso Francesco Severi".

Ci sono bambini con ferite di guerra?

"Finora sono arrivati oncologici con patologia tumorale già in fase avanzata, ma tutti in grado di camminare, quindi trasferiti in Italia con voli normali. Ora iniziano ad arrivare pazienti barellati, per cui dobbiamo organizzare aerei configurati. E’ possibile che arrivino anche bambini con ferite e ustioni da guerra".

Dove sarete esattamente?

"In Polonia, a 170 chilometri da Leopoli. L’organizzazione locale è fatta dalla onlus Soleterre che va a prendere i bambini sulla liena di confine. Con noi stamani la Toscana invia una colonna di mezzi delle Misericordie d’Italia. Arrivano due ambulanze e sedie a rotelle che servono per gli spostamenti dei bambini sul posto".

Come saranno trasferiti in Italia?

"Con voli di Stato o privati messi a disposizione da benefattori".

Quindi si parte...

"Sarà un’esperienza psicologicamente pesante. Ma siamo molto motivati".

Il suo timore?

"La paura più grossa è di non essere all’altezza, trovandoci a fare cose mai fatte prima".

Emotivamente?

"Il coinvolgimento. Ma siamo abituati a lavorare in ospedale con i bambini che soffrono".