PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Mense scolastiche, nuovo gestore Ma paghe diverse tra i lavoratori

La Cgil chiede l’applicazione del contratto di ristorazione collettiva anche per il personale in subappalto

di Paolo Guidotti

Una "doccia fredda": usa questa definizione la Cgil, esprimendo preoccupazione e disappunto per l’aspetto contrattuale del nuovo appalto dei servizi di ristorazione scolastica nei comuni mugellani. Dal prossimo mese tutti i comuni della zona – ad esclusione di Barberino che invece si è affidato a "Qualità e Servizi" – avranno le mense scolastiche gestite dalla Siaf di Bagno a Ripoli, una società di capitali a maggioranza pubblica le cui azioni sono per il 51% dei Comuni del Mugello e della Val di Sieve, del Comune di Bagno a Ripoli e dell’Usl Centro e per il 49% di Camst come socio privato.

Sarà una rivoluzione, e ci si attende dunque un miglioramento del servizio di ristorazione scolastica a Borgo San Lorenzo, Scarperia e San Piero, Dicomano e Vicchio. A dirlo è la stessa Cgil: "Comprendiamo e condividiamo il principio di riunificare e dare in gestione un servizio così delicato come la ristorazione scolastica, e affidarlo ad una società controllata dal pubblico. E apprezziamo anche il fatto che molte materie prime biologiche saranno fornite dai produttori dei nostri territori, con garanzia di qualità per gli utenti e valorizzazione del lavoro locale".

Ma ecco la doccia fredda. Di recente vi è stato un incontro richiesto dai sindacati a Siaf e ai comuni mugellani, per parlare del personale: i lavoratori interessati, tra appalto e subappalto, sono un centinaio, e molte sono donne.

"Nell’incontro – spiega Daniele Colllini della Cgil Mugello – abbiamo chiesto l’applicazione della clausola sociale prevista tra l’altro nel bando di gara, per la riassunzione di tutti i dipendenti nel nuovo appalto. La società ha risposto che trasferirà tutti i lavoratori con contratto indeterminato dal vecchio appalto al nuovo.Però alla nostra richiesta di applicare il contratto nazionale della ristorazione collettiva anche ai lavoratori del subappalto (ora quasi tutti col contratto delle cooperative sociali), la Siaf ha risposto negativamente, motivando la cosa con questioni economiche".

Si parla di una differenza di stipendio non da poco, 200 euro in meno, e così la Cgil ha fatto muro nel chiedere l’applicazione del contratto della ristorazione collettiva anche ai lavoratori del subappalto. "A parità di lavoro svolto – dice il sindacato – siano riconosciute stesse condizioni e diritti. Basta con il dumping contrattuale, soprattutto se operato dalle pubbliche amministrazioni". Perciò sarà chiesto un incontro ai sindaci.