ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Cento interventi in cinque giorni: "Operare a mani nude, senza nulla"

La missione umanitaria di cinque chirurghi in Costa d’Avorio: solo un bisturi, filo di sutura e sedazione

Foto di gruppo

Firenze, 10 aprile 2022 - Cento interventi chirurgici complessi in cinque giorni, senza tecnologia, col bisturi in mano e il filo di sutura. Nel piccolo ospedale del villaggio Tiebissou, in Costa d’Avorio. Nella povertà assoluta.

"E’ stata un’esperienza emozionante e sconvolgente, anche se siamo tutti chirurghi con una lunga esperienza alle spalle ci siamo trovati per la prima volta a fare conto solo su noi stessi e sulla nostra professionalità". E’ appassionato e pieno di vita il racconto di Andrea Cocci, urologo di Careggi in missione in Africa.

I pazienti sono arrivati con il passaparola, mettendosi in fila davanti alla porta della sala operatoria: una stanza con due lettini affiancati e una lampada. Con il sospetto di essere malati, quando questo non era evidente per le malformazioni che qui non si vedono da un secolo. La diagnosi fatta da un medico e chirurgo tuttologo senza strumenti, basandosi sui sintomi.

«Adulti, tantissimi bambini con patologie oncologiche, malformazioni, malattie che in Italia non vediamo più da decenni – racconta Cocci – Abbiamo operato con gli stessi ferri con cui non avremmo fatto neppure una circoncisione, in condizioni igieniche molto precarie, senza profilassi antibiotica, praticamente in un ambulatorio con due lettini dove operavamo in contemporanea".

Una missione che avrà un seguito. Andata a buon fine grazie all’impegno della fondazione fiorentina Welness Men Foundation presieduta da Cocci della quale il professor Marco Carini è presidente onorario. Con il patrocinio di Careggi, Meyer e Comune di Firenze. E il partenariato con la fondazione della Costa d’Avorio Ousmane Bamba che fa volontariato sociale e sanitario che ha fornito supporto e l’azienda Karl Storz materiale ai chirurghi l’indispensabile per operare. In campo con Cocci gli urologi Agostino Tuccio e Francesco Sessa di Careggi e Marco Mencarini e Rino Oriti dell’Asl Toscana centro. "Siamo intenzionati a tornare a creare un rapporto stabile: con la disponibilità del ministro della sanità della Costa d’Avorio pensiamo di chiedere a Careggi e all’Università se c’è la volontà di offrire percorsi formativi mirati per gli specializzandi".

Sarebbe un’occasione di crescita importante per gli specializzandi e un beneficio per la popolazione. In un paese dove si vive di piccolo commercio agricolo e dove la povertà è totale ed evidente. I pazienti sono arrivati anche da villaggi lontani. Con il passaparola. Gli urologi racconteranno la loro esperienza con una mostra fotografica organizzata dal Rotary Club il 24 maggio a Villa Olmi.

«Si mettono fuori dalla porta e aspettano il loro turno, non ci sono liste d’attesa: se non riescono a essere operati aspettano il giorno dopo – spiega Cocci – Hanno una fiducia totale nei medici, si sdraiano sul lettino e si affidano. Umanamente per noi è stata un’esperienza di emozioni forti".