GABRIELE MANFRIN
Cronaca

"Matteo Garrone e i migranti: Eroi contemporanei a Firenze". Il regista al cinema Fiorella con i due protagonisti

Matteo Garrone incontra 400 spettatori dopo la proiezione del suo nuovo film "Io capitano", che tratta l'odissea dei giovani senegalesi che sognano di arrivare in Italia. Una pellicola impegnata che guarda l'immigrazione dal punto di vista di chi parte. Garrone racconta la sua opera, ispirata a fatti realmente accaduti.

"Matteo Garrone e i migranti: Eroi contemporanei a Firenze". Il regista al cinema Fiorella con i due protagonisti

di Gabriele Manfrin

Non si fermano i successi per il regista Matteo Garrone, Leone d’Argento per la migliore regia all’ultimo Festival di Venezia. Ieri ha incontrato oltre quattrocento spettatori dopo la proiezione del suo nuovo capolavoro "Io capitano" al cinema Fiorella. Con lui i due protagonisti della pellicola, i giovani senegalesi, Seydou Sarr (che al Lido si è aggiudicato il Premio Marcello Mastroianni) e Moussa Fall. Un’occasione di confronto su una pellicola che tratta un tema attuale e sociale come quello dell’immigrazione. Un tema non nuovo nella filmografia di Garrone, che viene affrontato adesso da un altra prospettiva. Un film impegnato, che racconta la storia di alcuni ragazzi senegalesi che sognano di arrivare in Italia. Ragazzi come tanti che vivono un’odissea dei giorni nostri. I personaggi lasciano la loro terra, Dakar per raggiungere l’Europa, attraversando le insidie del deserto del Sahara, le atrocità dei centri di detenzione libici e i pericoli del mare. "L’idea di partenza era quella di fare un controcampo rispetto a quello a cui siamo abituati – spiega il regista alla platea –. Abbiamo provato a rappresentare tutti quei momenti del viaggio che non vengono visti. Il film guarda l’immigrazione dal punto di vista di chi parte. Lo scopo era dare voce a chi di solito la voce non ce l’ha". Garrone ha anche spiegato come questa pellicola sia basata su fatti realmente accaduti e di come estrapoli degli episodi di vita per costruire le sue narrazioni: "Ho un legame con i personaggi che racconto. Ci sono ragazzi che mi hanno descritto la loro storia. E’ un lavoro che è durato anni. Uno dei protagonisti si basa su Fofanà, un 15enne che decise di partire. Il suo racconto mi colpì molto" dice. Mentre il regista racconta la sua opera traspare il suo attaccamento emotivo: "Non è stato facile. E’un film che è stato fatto insieme agli attori, mi sono lasciato guidare da loro. Con generosità mi hanno dato la loro forza e la loro carica. Ho cercato di trasportare l’energia che mi hanno trasmesso". Per il regista c’è un parallelismo tra il viaggio di questi ragazzi e le storie degli antichi poemi: "Ho provato a raccontare il loro viaggio epico. Sono dei veri eroi contemporanei, tali e quali a quelli dei poemi. Ho cercato di costruire con loro questi racconti" conclude. Gli spettatori hanno potuto interagire con il cast e con il regista, che tra gli applausi ha ribadito il suo legame con quest’opera.