ANTONIO PASSANESE
Cronaca

Massini al posto di Accorsi. La Pergola dà un taglio ai costi

Nel 2024 scadono i contratti più cari. Per la direzione artistica alcuni soci spingono sul drammaturgo. Il dg della Fondazione Crf, Gori: "Il budget calerà del 15%. Si possono fare le stesse cose con meno risorse".

Riduzione dei costi e rimodulazione di alcuni incarichi. A cominciare dal direttore artistico della Pergola, Stefano Accorsi (il cui contratto triennale da 100mila euro l’anno, scade il 31 dicembre 2023) che, a fronte di impegni televisivi e cinematografici che lo tengono lontano da Firenze, alcuni dei soci fondatori vorrebbero sostituire con il drammaturgo e scrittore nostrano Stefano Massini, volto noto di La7 e di Piazza Pulita. Insomma, per la Fondazione Teatro della Toscana – che riunisce i teatri della Pergola, di Rifredi ed Era di Pontedera, oltre al Goldoni e alla Scuola per attori, in Oltrarno, diretta da Pierfrancesco Favino, anche lui con un cachet a parecchi zeri che scade a fine del prossimo anno – il 2024 potrebbe essere l’anno del cambiamento e della stretta. Peraltro in concomitanza con le elezioni amministrative che potrebbero ridisegnare il volto della Governance: il direttore generale Marco Giorgetti è stato riconfermato fino al 2027, il presidente è attualmente Tommaso Sacchi, da tempo tornato nella sua Milano dove riveste l’incarico di assessore alla Cultura nella giunta Sala.

Una cosa, allo stato attuale, però appare certa, il Teatro della Toscana "ha bisogno di aiuto", spiega il direttore generale della Fondazione Cr Firenze, Gabriele Gori (socio del Teatro) "a causa di una serie di imprevisti: ad esempio la cessazione del contributo pubblico per Rifredi. "Siamo consapevoli che ci sia del lavoro da fare e che le risorse sono di meno. Per questo prevediamo un taglio del 15% del budget, senza penalizzare nessuno. Credo che si debba imparare a fare le stesse cose con un po’ meno risorse".

Attualmente i sette soci fondatori della Fondazione investono circa 7 milioni di euro l’anno per tenere in aperti i quattro teatri e la scuola di recitazione (tra questi Regione Toscana, Comune di Firenze e Città Metropolitana) a fronte di un incasso che "non arriva neanche a 2,5 milioni di euro e di spese per una dozzina di milioni di euro". "Ecco, in un momento del genere non possiamo più permetterci di gettare il denaro dalla finestra – aggiunge il direttore –, per questo tutti, indistintamente, dovranno fare la loro parte: chi accetterà questo progetto deve essere consapevole che lo fa per rilanciare questi ’stabilimenti produttivi’".

Dal bilancio 2022 emergono 11milioni e mezzo di valore della produzione di cui 1 milione dai ricavi delle vendite, stessa cifra per i costi (4 milioni e mezzo per il personale). I numeri della messa in scena – si evice anche dal dato di prechiusura della stagione teatrale – sono 354 giornate recitative (Pergola, media spettatori: 650 con una media incassi di 10mila euro; Era, media spettatori 350 con incassi medi di 4.500 euro e Rifredi, 177 spettatori di media con 1.454 euro di incassi).

Gori, consapevole che tutte le scelte andranno prese colleggialmente, preferisce non sbottonarsi anche se la Fondazione Cr Firenze, dopo Regione Toscana, Mibact e Comune di Firenze, è il quarto socio a versare la quota maggiore per la sopravvivenza della Fondazione Teatro della Toscana. Va detto, però, che dall’attività di verifica del Bilancio 2022 "sono emersi una serie di rilievi – si legge nel documento – relativamente ai quali la Fondazione ha già preso provvedimenti mentre per altri sono in corso ulteriori approfondimenti per individuare la loro adeguata trattazione". E se per Pontedera (che registra un meno importante) Gori auspica un nuovo posizionamento culturale che vada anche oltre la sperimentazione, per Massini direttore artistico afferma: "Noi lo speriamo ma non siamo i soliti a decidere. Tutto dovrà avvenire con serenità e con scelte condivise. Nessuno può negare che sia un nome importante nel panorama culturale".