Biancastella
Antonino
Ancora oggi protagonista di un premio di poesia, Maria Maddalena Morelli è stata la più grande e blasonata poetessa improvvisatrice del ‘700. Nata a Pistoia nel 1727, ma fiorentina di adozione, da piccola stupiva gli amici del padre, apprezzato violinista, per la sua capacità innata di improvvisare versi; dopo una prima istruzione al collegio dei Salesiani si trasferisce a Firenze dove continua gli studi letterari e inizia la "carriera" di poetessa, frequentando l’aristocrazia: accolta dalla principessa Pallavicini come dama di compagnia, la segue a Roma dove viene introdotta, per le sue rare doti poetiche, nella prestigiosa Accademia dell’Arcadia, fondata dalla regina di Svezia, e lì Maria riceve il nome con cui da quel momento sarà conosciuta: Corilla Olimpica. La sua carriera prosegue a Napoli sotto la protezione della principessa Pignatelli; qui si sposa, ha un figlio, ma presto abbandona la famiglia per tornare a Roma da cui ripartirà acclamata ospite in varie corti italiane. La fama della sua speciale abilità di improvvisare versi per qualsiasi occasione varca i confini e raggiunge Vienna dove l’imperatrice Maria Teresa la nomina Poetessa di Corte. In Italia, tuttavia, gode dell’ammirazione di poeti e artisti, così viva da essere ammessa anche all’Accademia Clementina di Bologna e nel 1766 Pietro Leopoldo la nomina Poetessa della Real Corte di Toscana e così Maria finalmente fa ritorno a Firenze. Il suo successo prosegue negli anni successivi densi di incontri, esibizioni e intrighi amorosi ma raggiunge il culmine quando, dopo aver superato prove su ben 12 temi, riceve a Roma in Campidoglio la corona d’alloro dell’Arcadia, simbolo della Laurea poetica e, con l’assenso del papa, sia pur tra polemiche e contrasti, anche il titolo di Nobile romana. È il 1778 e per l’ingiusta campagna di sospetti e insulti da cui è investita, Corilla si ritira nella sua casa fiorentina e lì tiene salotto fino alla fine, fra intellettuali e artisti. Muore nel 1800; le esequie solenni si celebrarono nell’Accademia fiorentina e una lapide fu posta sulla porta della sua casa.