ANDREA CIAPPI
Cronaca

"Maria è scomparsa, ma che fine ha fatto?"

Parla la criminologa che assiste la famiglia Fresu: "I resti non erano i suoi. Lecito ipotizzare un’altra vittima".

Il prossimo (in attesa della decisione del gup) processo a carico dei mandati per la strage di Bologna dovrà chiarire il destino toccato in sorte a Maria Fresu. Il cui corpo, evidentemente, ad oggi non è mai stato ritrovato. E dovrà chiarire di conseguenza l’esistenza o meno della vittima 86. La criminologa Immacolata Giuliani segue i familiari della Fresu nella denuncia di Maria come persona scomparsa (quindi non quella ascrivibile ai pochi resti che hanno riposato per 39 lunghi anni nel cimitero di Montespertoli).

Dottoressa Giuliani, possiamo entrare nei dettagli della richiesta di riconoscere Maria Fresu come persona scomparsa?

"L’istanza inoltrata al commissario straordinario per le persone scomparse del ministero dell’ Interno a firma mia e della signora Laura Fresu, cugina di Maria, conteneva la richiesta di considerare la signora Fresu una persona scomparsa sulla condizione del 2 agosto 1980 nella sala della seconda classe della stazione di Bologna durante l’esplosione, dopo i risultati genetico forensi sullo scalpo a lei attribuito per 40 anni e ritenuto non compatibile con il dna della signora Fresu. Nell’istanza vi era, inoltre, la richiesta di accertamenti genetico forensi sullo scalpo numero 1 con le 7 vittime donne della strage con lesioni al volto".

Questo passo presuppone dunque l’esistenza della vittima 86?

"Qualora i risultati sulla compatibilità tra lo scalpo e le 7 vittime individuate dai periti esplosivistici Adolfo Gregori, comandante del Racis di Roma, e il dottor Danilo Coppe fossero negativi sarebbe lecito ipotizzare un’86esima vittima della strage di Bologna. Una vittima non rivendicata in questi anni, potrebbe essere anche una persona scomparsa in quegli anni o una donna senza fissa dimora che merita giustizia".

Questa istanza può cambiare, a distanza di 40 anni, il quadro delle responsabilità accertate?

"Non credo possa cambiare il quadro delle responsabilità finora accertate ma renderlo più completo e fornire delle risposte a quegli interrogativi ancora aperti".

E per questo, si attende appunto la decisione del gup in merito alle richieste di rinvio a giudizio formulate dai pm di Bologna nell’inchiesta bis, quella sui mandanti. Maria Fresu, all’epoca 23 anni, morì con la figlia Angela di 3 e l’amica Verdiana Bivona di 22 anni. Quaranta anni, e ferite sempre aperte, come ha poi aggiunto la dottoressa Giuliani.