REDAZIONE FIRENZE

Manuale di educazione per un ristorante

Un paio di settimane fa sono stata invitata in un programma di televisione per cucinare un piatto tipico spagnolo. Ho fatto la mia famosa e buonissima tortilla de patatas. Prima però, spiegavo allo chef che mi accompagnava nella trasmissione, che si faceva a modo mio perché senno non era vera tortilla spagnola e certe ricette vanno rispettate. Nel mio paese, il popolo è diviso tra chi la vuole con cipolla e chi la preferisce senza, un vero dibattito a livello nazionale che crea i litigi più feroci nei pranzi domenicali dalla nonna. Ma come mai ci sentiamo cosi offesi quando si parla di rivisitare ricette tradizionali? E con rivisitare intendo svoltare a volte in maniera schifosa un piatto che di base è buonissimo. Anche voi Italiani mi sembrate abbastanza rigidi su certe ricette oppure, per esempio, sul tempo di cottura della pasta. I miei primi mesi a Firenze li ho passati a capire cosa non potevo dire sul cibo italiano o più concretamente sulla tradizione culinaria Fiorentina. Per chi fosse appena sbarcato a Firenze, ecco qualche consiglio sulle frasi da evitare al ristorante. La prima e più importante di tutte: "Posso avere la bistecca più cotta?". Qua si rischia veramente un invito a uscire dal locale se non qualcosa di peggio. Seconda, quando un cameriere dopo il pranzo chiede se qualcuno vuole un caffè, "io un cappuccino per favore". Se siete con fiorentini a tavola vi diranno subito se volete anche una brioche. Io ho rischiato durante un anno ma alla fine ce l’ho fatta a chiederlo solo macchiato. Terza, "a questo pane manca il sale", e noti subito una faccia strana su tutti i tuoi amici. E per ultimo una su un dolce, "e questa voi la chiamate schiacciata (alla fiorentina), ma se è dolce!" E non entro nel discorso lampredotto perché sarebbe da scrivere un libro sulle frasi che ho sentito in questi anni. Il cibo, per noi spagnoli e italiani, è qualcosa di speciale, è un modo di onorare la nostra cultura e le nostre radici. Tutti noi abbiamo dei sapori in testa che ci portano a luoghi e situazioni piacevoli. E facciamo fatica a immaginare quei sapori o quelle sensazioni in un altro modo. Ora vi lascio, vado a fare una carbonara con la panna.

Rocio Rodriguez