Maggio, il dietrofront. Cutaia rinuncia a Roma: "Grazie, resto a Firenze"

Il commissario ha deciso di non accettare l’incarico al Teatro capitolino. Sulla candidatura di Fuortes l’ultima parola spetta al ministro Sangiuliano.

Maggio, il dietrofront. Cutaia rinuncia a Roma: "Grazie, resto a Firenze"

Maggio, il dietrofront. Cutaia rinuncia a Roma: "Grazie, resto a Firenze"

Mai fare i conti senza l’oste. Onofrio Cutaia probabilmente lascerà presto Firenze, dove pare aver concluso egregiamente l’ingrato compito di commissario del Maggio, che adesso non è più a rischio fallimento. Ma non tornerà nella capitale, dove sembrava destinato alla carica di direttore generale del Teatro di Roma, ruolo assegnato invece a Luca De Fusco. Cutaia l’avrebbe dovuto affiancare da direttore artistico, ma di fronte a questa soluzione l’attuale commissario del Maggio è stato lapidario: "No grazie, resto a Firenze".

Di poche parole, ma chiare, Ninì Cutaia ha già parlato col ministero, al quale due giorni fa ha consegnato la relazione sul lavoro svolto in riva all’Arno, con quasi due mesi in anticipo rispetto alla fine del suo mandato da commissario che scade il 15 marzo. Se a Roma non si fossero complicati la vita con l’accavallamento delle poltrone, la soluzione a cui si lavorava da tempo, sarebbe stata la partenza da Firenze di Cutaia per la direzione del Teatro capitolino; e l’arrivo del nuovo sovrintendente Carlo Fuortes. L’ex amministratore delegato della Rai aveva a suo tempo rifiutato l’incarico di commissario al Maggio, per accettare quello alla guida del San Carlo di Napoli. Ma anche questo posto è saltato, a seguito del ricordo vinto dall’attuale sovrintendente Lissner.

Risultato: adesso Fuortes si dice felice di venire a Firenze, con un ente lirico risanato. E la città, oltretutto lo accoglierebbe a braccia aperte: nessuno ha da ridire sulle qualità di un personaggio tanto prestigioso. Così come, allo stesso tempo, tutti riconoscono il miracolo compiuto da Cutaia che adesso, in tanti lo terrebbero volentieri anche da sovrintendente, per proseguire la cura messa avviata sul teatro. Se fosse partito per la direzione generale del teatro di Roma il discorso sarebbe stato chiuso, mentre ora è tutto da ridefinire.

E’ vero che esiste una procedura che non può essere saltata. Ossia che spetta al nuovo comitato di indirizzo del Maggio, ancora da nominare, indicare una rosa da mandare al ministro Sangiuliano, da cui scegliere il sovrintendente per l’ente lirico fiorentino. Ma è scontato che i nomi sono concertati prima fra i soci fondatori del Maggio, ministero compreso.

Nel frattempo, dopo alcuni mesi di tregua e di vertenze, anche i sindacati tornano in ebollizione. E’ di ieri la presa di posizione delle Rsa del Teatro, Fials-Cisal e Uilcom-Uil, che affermano: "Non vogliamo esprimere opinioni sulla nomina del nuovo sovrintendente. Ma auspichiamo che tutti coloro che hanno la responsabilità di una nomina così importante e che, rimediando ad errori passati, hanno salvato la Fondazione producendo lo sforzo economico senza il quale il Maggio non sarebbe sopravvissuto, sappiano, prima del nome, disegnare insieme un profilo di sovrintendente adatto al Teatro che dovrà dirigere ed al contesto nel quale esso opera".

Ce la farà il teatro a presentarsi per il 13 aprile, al debutto dell’ 86° Festival del Maggio, con una nuova governance?

Olga Mugnaini