ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Maggio, i paletti del ministero Varo della commissione d’inchiesta E non toccare il fondo salva debiti

Il tavolo è convocato per martedì da Sangiuliano. Era stata respinta da Pd e Lista Nardella la richiesta dei consiglieri di opposizione sull’indagine per verificare eventuali criticità nella gestione .

Maggio, i paletti del ministero Varo della commissione d’inchiesta E non toccare il fondo salva debiti

di Ilaria Ulivelli

Si va verso il salvataggio del Maggio musicale. Martedì sarà la giornata clou, con l’incontro a Roma. Il ministro della Cultura Sangiuliano ha convocato il sindaco Nardella, il governatore Giani e il commissario straordinario Cutaia.

Un tavolo per trovare la via d’uscita. A condizioni precise. Mentre già si agitano le acque in Regione e in Città metropolitana per gli ingenti ulteriori esborsi che gli enti si dovranno preparare ad affrontare.

Al ministero non si transige sulla necessità di fare chiarezza e che ciascuno si prenda le proprie responsabilità per ciò che è accaduto. Per questo c’è una precondizione da assecondare affinché l’operazione salvataggio abbia inizio, ovvero che venga istituita in consiglio comunale una commissione di indagine sul Maggio. La volevano i consiglieri di opposizione contro i quali i capigruppo di Pd e Lista Nardella avevano eretto un muro, spiegando che l’attività di vigilanza sulla fondazione, in questo caso, non è competenza comunale perché l’ente vigilante della Fondazione è il ministero della Cultura.

Era questa, d’altronde, la risposta che avevano dato gli ex membri del consiglio d’indirizzo al ministro Sangiuliano attraverso le pagine di questo giornale alla sua richiesta di fare chiarezza sulle responsabilità.

C’è un altro paletto bel piantato a terra, sul quale al ministero della Cultura non si intende sentire discussioni: il fondo salva debiti non si tocca. O meglio, si usa solamente per quello scopo e non per altri. D’altra parte con l’accusa di avere utilizzato impropriamente fondi pubblici è indagato per malversazione l’ex soprintendente Alexander Pereira.

Ma allora qual è la formula che consentirà alla Fondazione di uscire dal pantano e ai lavoratori e alle loro famiglie di tornare a respirare?

Quando l’avvocatura dello Stato darà l’ok il ministero della Cultura utilizzerà un fondo accantonato per le emergenze. Ma non farà tutto da solo. Dovrà essere condiviso l’impegno necessario a coprire gli otto milioni di disavanzo accumulati nel bilancio 2022 (chiuso con un passivo di sei milioni) e 2023 (in fase di recupero, con i tagli delle nuove costose produzioni). Il ministero metterà due milioni di euro e si aspetta che altrettanto facciano la Regione, il Comune e anche la Fondazione Cr Firenze, che però non è un socio pubblico. Il Comune ha già previsto un intervento straordinario di due milioni di euro per salvare il Maggio (oltre al contributo annuale di 4 milioni e mezzo che nel 2022 fu di 4 milioni e 660mila euro e all’impegno della Città metropolitana per un milione e mezzo all’anno). Ma una delibera pare che impegni le casse della Città metrpolitana dove qualcuno storce la bocca.

Così come non è affatto entusiasta il governatore Eugenio Giani, che a più riprese aveva fatto sapere di essere disponibile a finanziare un contributo extra al massimo di 750mila euro, oltre al versamento annuale, di due milioni e 900mila euro.