REDAZIONE FIRENZE

Locali nel mirino della mafia calabrese. La Dia: "Un fiume di denaro"

Sigilli a 42 conti correnti. Ad alcuni prestanome pagati 1200 euro al mese

Uno dei locali sequestrati (Foto NewPressPhoto)

Firenze, 3 marzo 2016 - LA DIVISIONE investigativa antimafia, la Dia, ha arrestato di Giuseppe Iuzzolino ieri mattina nella sua casa di Firenze, zona via Baracca, dove l’imprenditore calabrese dimora. In relazione al blitz che si è chiuso ieri il capo della Dia di Firenze, Nicola Franco parla di un ‘fiume di denaro’ fatto girare attraverso intestazioni fittizie e ‘teste di legno’. Si è scoperto che alcuni prestanome venivano ricompensati con 1200 euro al mese. «Da queste indagini, ha spiegato il dottor Franco, è emerso un fenomeno preoccupante. Dopo aver accumulato capitali fuori dal circuito legale, li immettevano sul mercato regolare».

In via Baracca non c’è solo il domicilio di Iuzzolino – la residenza è a Strongoli in provincia di Crotone, ma c’è il bar pasticceria, su cui la Guardia di Finanza ha attivato un’indagine per bancarotta fraudolenta. In tutto sono stati sottoposti a sequestro preventivo a Firenze: il bar pasticceria ‘Il Barco’ e il ristorante pizzeria ‘Pizza Man’ in via Baracca (che non ha collegamento con una catena di pizzerie con lo stesso nome nota a Firenze) e il bar pasticceria ‘Caldana’ in piazza Leopoldo; un bar in via Ferrucci a Prato, e sempre a Prato sette appartamenti di pregio situati nel complesso Il Teatro. Sempre la Dia sta esaminando importi e movimenti dei 42 rapporti bancari tra conti correnti libretti di risparmio e dossier titoli sequestrati ieri ai sei indagati con provvedimento del gip Angelo Pezzuti.

I conti personali degli indagati sono considerati importanti nell’operazione perché anche da qui transitavano ingenti somme di denaro, non giustificate dai redditi ufficiali dichiarati dagli indagati, necessarie per attivare lo strumento contabile del ‘finanziamento soci’, cioè il mezzo usato per immettere denaro fresco in società usate e intestate a prestanome per gli investimenti. Denaro che sarebbe frutto di evasione fiscale e forse di altre attività illecite. Parte dell’evasione sarebbe maturata dalle attività edili della società Sira di Strongoli (Crotone) controllata da Iuzzolino e dai suoi familiari, che è stata impegnata nella realizzazione del complesso di Prato. Gli accertamenti su Iuzzolino e gli altri indagati di questa inchiesta riguardano il periodo che va dal 2009 al 2015. La Dia per le indagini si è avvalsa dell’ausilio dell’Agenzia delle Entrate - Ufficio antifrode, della Dia di Catanzaro e della compagnia dei carabinieri di Cirò Marina.

am ag