EMANUELE BALDI
Cronaca

L’urlo dei quattromila. Lacrime, applausi e musica. Piazza Signoria grida: "Giù le mani dalle donne"

Una folla commossa davanti a Palazzo Vecchio: "Stop ai femminicidi". Tanti in piazza per l’iniziativa di Qn-La Nazione insieme al Comune.

L’urlo dei quattromila. Lacrime, applausi e musica. Piazza Signoria grida: "Giù le mani dalle donne"

L’urlo dei quattromila. Lacrime, applausi e musica. Piazza Signoria grida: "Giù le mani dalle donne"

"Sono una bambina, non voglio aver paura dell’uomo. Voglio crescere e fidarmi di lui".

Il messaggio più forte per un ritorno al futuro, un futuro da costruire con una calcina nuova – quella dell’amore, del rispetto e della civiltà – spunta in un cartello che salta su dalle teste nell’aria frizzante e pulita di piazza di piazza Signoria.

Lo firma Nadia, che ha 10 anni appena. L’assessore al sociale Sara Funaro lo nota dall’arengario: "Bellissimo, non dimentichiamolo".

Già perché è a lei, a Nadia che dobbiamo un domani migliore dove la violenza sulle donne resti soltanto un polveroso ricordo di tempi funesti e il rispetto si traduca in qualcosa di saldo e non più scalfibile.

Firenze ha fatto rumore ieri mattina, ha fatto un rumore incredibile scossa poco dopo mezzogiorno dalla sua Martinella che ha suonato come nei giorni da cerchiare di rosso sul calendario della vita. Ma è stato un baccano finalmente bellissimo perché quello dei quattromila di piazza Signoria è stato il grido che squarcia il silenzio della paura, della solitudine, dell’orrore subito e non denunciato.

E’ stata una voce grandiosa e compatta che ha dato forza e coraggio alle corde vocali di tutte quelle donne invisibili che ogni giorno subiscono una violenza, una violenza fisica, una violenza psicologica, una violenza disumana. Come quella cheha subito Giulia Cecchettin, oggi angelo volato in cielo, appena ieri giovane germoglio di donna che non è riuscita a gridare in tempo la sua paura.

All’iniziativa “Un minuto di rumore per Giulia” – promossa da Qn, La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno e lanciata dall’editoriale della direttrice Agnese Pini (’Tutti in piazza della Signoria, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne’) – Firenze ha risposto come sempre allargando il suo cuore, tingendosi le guance di rosso. Rosso come il cartellino rosso sventolato in faccia alla violenza dall’arbitra Manuela Nicolosi, ieri in piazza. Il flash mob si è aperto con la canzone di Daniele Silvestri ‘A bocca chiusà. Uno striscione di 25 metri è stato posizionato sulla piazza con all’interno la poesia di Cristina Torre Cáceres, diventata virale dopo la morte di Giulia, e recitata da Maria Cassi. "Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto", snocciola piano le frasi, commossa, l’attrice dall’arengario e la folla si scioglie in un applauso vero, caldo, così caldo da spazzare via per un po’ il primo freddo dell’inverno fiorentino.

"Guadatevi intorno, guardiamoci intorno. Qui ci sono sono tante donne e anche tanti uomini, ci sono volti puliti e belli, questi devono disegnare il futuro" dice Laura che ha un fazzoletto rosso ad allacciarle la folta chiome nera.

In piazza anche volti noti come la regista Cinzia TH Torrini, la giornalista di Sky Tg24 Monica Peruzzi, la campionessa di volley Veronica Angeloni, la cantante Sara Grimaldi, corista di Zucchero, l’attrice Annamaria Malipiero, la direttrice d’orchestra Gianna Fratta, l’attrice Maria Cassi e la maestra Gianna Fratta, direttrice d’orchestra, Grazia Biondi, attivista e già vittima di violenza, Cristiana Buonamano, giornalista di Sky, l’attrice Kasia Smutniak. Sul palco insieme alla direttrice Agnese Pini, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il sindaco Dario Nardella, gli assessori Sara Funaro, Andrea Giorgio, Titta Meucci e Benedetta Albanese, la consigliera regionale Cristina Giachi, il questore Maurizio Auriemma, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, il deputato Federico Gianassi. Presenti poi anche i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione.

Ma soprattutto tanta, tantissima gente che ha fatto rumore in ogni modo, con un tamburo, con le scarpe, perfino con una mazzo di chiavi.

L’importanza di esserci, di metterci la faccia per davvero.