“Lume alla terra“: un omaggio a Monteverdi, sacro e profano. Nell’ambito di “Maggio Aperto“, la rassegna dell’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino che unisce il Teatro alle numerose realtà musicali del territorio, stasera alle 20, in Sala Mehta, è la volta dell’Ensemble L’Homme Armé, diretto come sempre da Fabio Lombardo e per l’occasione accompagnato dalla banda La Pifarescha.
Il concerto è costruito intorno a due importanti opere monteverdiane in cui sacro e profano prendono connotazioni diverse: la Missa in illo tempore del 1610 e la Sestina “Lagrime d’amante al sepolcro dell’amata“, un ciclo di madrigali su testo di Scipione Agnelli pubblicato nel 1614 e commissionato dal duca Vincenzo Gonzaga per commemorare la precoce scomparsa di Caterina Martinelli, una cantatrice chiamata da Roma alla corte di Mantova per le sue particolarissime doti musicali.
A chiudere il programma, una serie di brani strumentali di autori contemporanei, colleghi o allievi di Monteverdi (Giovanni Gabrieli, Giovan Battista Grillo, Luzzasco Luzzaschi e Ottavio Bargnani), affidati alla magnificenza sonora del cornetto, lo strumento che all’epoca si avvicinava di più alla voce.
La Pifarescha è un ensemble strumentale che si ispira alle formazioni diffuse nell’Europa medievale e rinascimentale con il nome di Piffari.
L’Homme Armé da oltre quattro decenni svolge un’intensa attività di ricerca e di esecuzione concertistica e discografica del repertorio, principalmente vocale, dal ‘300 al ‘600, dedicando particolare attenzione al repertorio fiorentino, ma senza tralasciare grandi opere della letteratura antica (tra cui Vespro della Beata Vergine, Intermedi della Pellegrina, Rappresentazione di Anima et di Corpo). Nel corso degli anni ha collaborato con vari musicisti e direttori quali Frans Bruggen, Andrew Lawrence-King, Christophe Coin, Andrew Parrott, Kees Boeke, Alan Curtis.
Chiara Caselli