REDAZIONE FIRENZE

’Luce’ di speranza. L’opera di Signorini a Palazzo Vecchio

La scultura realizzata appositamente come omaggio alla città

La sindaca Sara Funaro, nel presentare l’opera ‘Luce’ del toscano Antonio Signorini, fornisce una descrizione puntuale di ciò che ha appena visto nel cortile dell’anagrafe di Palazzo Vecchio: "E’ un’opera che raffigura l’infanzia, la purezza, la speranza. Lo sguardo rivolto al futuro". In effetti ‘Luce’ mostra il volto di un bambino e quindi l’innocenza: ce n’è bisogno in questo periodo. La donazione di Signorini alla città è preziosa e non solo perché l’opera è realizzata in bronzo dorato e foglia d’oro. È preziosa a livello simbolico e perché è realizzata appositamente per Firenze. "Esporre perennemente una mia opera all’interno di Palazzo Vecchio va oltre ogni sogno che avrei potuto immaginare quando ho intrapreso il difficile cammino della scultura – dichiara Signorini -. Sin da bambino, visitando questa piazza, mi emozionavo profondamente pensando agli uomini che avevano arricchito con le loro opere questa meravigliosa città. Firenze, culla dell’arte, esempio per la scultura, pittura e l’architettura, patria dei più grandi uomini d’ingegno, è una città unica al mondo". "Il percorso iniziato con l’artista è partito da lontano, prima con le esposizioni in piazza Strozzi, oggi a Palazzo Vecchio con un’opera che rappresenta la luce, i bambini e lo sguardo verso il futuro – ricorda Funaro -. Un significato simbolico importante".

Attraverso l’opera si vuole ancora una volta mostrare che Firenze è un esempio per il mondo, è la città che in eterno crede nell’arte, nel suo fascino. Per il neo assessore alla Cultura Giovanni Bettarini è una prima uscita, a Palazzo Vecchio (aveva partecipato ad altre iniziative fuori dal palazzo comunale con la nuova veste) di assoluto livello: "In questi anni Firenze si è messa in rapporto con la contemporaneità – commenta -. È impegnativo, è sfidante. È sempre difficile perché Firenze ha una storia che ha parlato e parla al mondo ma, proprio per questo, pensiamo sia importante accettare la sfida del tempo presente: far parlare i temi della città con quelli del presente, con quelli dell’infanzia, con quelli della contemporaneità, con la luce e con la voglia di futuro e di arte".

Niccolò Gramigni