REDAZIONE FIRENZE

Lotta alle isole di calore. A Firenze sono quaranta. Temperature fino a 60°. Il Comune: "Una priorità"

Continua la mappatura del Cnr per evidenziare i luoghi in cui non si respira "Conviene vivere in zone in cui il verde occupa dal 40 al 70% delle superfici".

Continua la mappatura del Cnr per evidenziare i luoghi in cui non si respira "Conviene vivere in zone in cui il verde occupa dal 40 al 70% delle superfici".

Continua la mappatura del Cnr per evidenziare i luoghi in cui non si respira "Conviene vivere in zone in cui il verde occupa dal 40 al 70% delle superfici".

FIRENZE

Ci sono aree di Firenze in cui le temperature delle superfici, in estate, possono arrivare e superare i 50 gradi centigradi. Fenomeno associato alle “isole di calore” ma che forse è meglio descritto come un “arcipelago di calore” o varie zone “hot spot” distribuite a chiazze su una determinata area. Il Comune, insieme ai ricercatori del Cnr Marco Morabito e Giulia Guerri, a oggi ne ha mappate una quarantina e ora sta decidendo come intervenire.

Tra le zone più calde figura sicuramente l’area Mercafir con temperature medie estive spesso superiori a 50°C (anche prossime a 60°C), la zona dell’aeroporto di Peretola con valori prossimi o leggermente superiori a 50°C, l’area della stazione di Santa Maria Novella con valori di circa 48 gradi, molte zone e strade del centro storico come San Lorenzo, Santo Spirito, piazza Santa Croce, via Ghibellina, Borgo degli Albizi, piazza Annigoni, con valori medi tra 46 e 48 gradi centigradi. Decisamente marcata la differenza con le zone cool-spot, come l’area di Pratolino, dove è possibile trovare temperature sensibilmente più basse anche nei giorni più caldi. "I fattori principali da cui dipendono queste anomalie termiche sono diversi, tra cui sicuramente il ruolo determinante è giocato da come si distribuiscono il consumo di suolo, e quindi cemento e asfalto, e la distribuzione e le caratteristiche delle aree vegetali, quelle arboree infatti sono le più efficaci per il raffrescamento – afferma il professor Morabito – Poi la capacità delle diverse superfici di riflettere o assorbire la radiazione solare e la presenza di specchi o corsi d’acqua".

Le analisi, come detto, sono ad opera dei ricercatori dell’Istituto per la Bioeconomia del Cnr coordinate dal ricercatore Marco Morabito effettuate nell’ambito del progetto Firenze (su cambiamento climatico e biodiversità) finanziato dalla Fondazione Capellino. E allora, dove conviene vivere per non boccheggiare? "In quelle zone in cui in prossimità degli edifici ci sono percentuali di verde che vanno dal 40 al 70% – conclude Morabito – Qualche esempio? Nelle aree di Careggi, via Incontri, via del Pergolino, Trespiano, via delle Ballodole, via dei Massoni, sulla Bolognese, via dell’Erta Canina, viale Machiavelli, viale Michelangelo, via Susini, via Tacca, Galluzzo, Certosa e Arcetri giusto per citarne alcune".

Per la neo assessora all’Ambiente Paola Galgani, "l’analisi e la conseguente mappatura delle isole di calore, da realizzarsi con criteri scientifici, è un passo cruciale per poter poi definire quanto da realizzare come amministrazione su un tema che è stato individuato come prioritario per i prossimi cinque anni. Un’analisi puntuale ci permetterà di realizzare molteplici interventi che troveranno attuazione senza dubbio nel piano del verde ma anche in tutta una serie di altre azioni inerenti la mobilità, le comunità energetiche, la pavimentazione stradale, solo per citarne alcuni, un complesso di azioni che fanno parte del programma di mandato".

A.P.