Loggia Isozaki. Sgarbi: "Se era così bella perché 23 anni d’attesa?"

Il sottosegretario chiede risposte alle istituzioni cittadine. "La soluzione per l’uscita del museo è il coordinamento fra il direttore Schmidt e la soprintendente Ranaldi"

L’incontro fra il ministro Gennaro Sangiuliano e il direttore degli Uffizi Eike Schmidt

L’incontro fra il ministro Gennaro Sangiuliano e il direttore degli Uffizi Eike Schmidt

Firenze, 30 gennaio 2023 - ​ Il primo a rispondere alle domande che il ministro Gennaro Sangiuliano ha deciso di indirizzare alle istituzioni fiorentine sulla mancata realizzazione del progetto vincitore, più di vent’anni fa, di un concorso internazionale per la realizzazione dell’uscita degli Uffizi, la famosa Loggia Isokaki, è il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi.

«L’uscita, loggia, pensilina, pergolato – precisa immediatamente – è un problema esclusivo dello Stato che deve risolvere utilmente ed elegantemente una necessità di servizio di un edificio di sua proprietà. Perché una semplice uscita debba essere “monumentale” è un mistero che nessuno ha spiegato. E nessuno al mondo, se non a Doha in Qatar, spenderebbe 20 milioni di euro (che sembrano non bastare) per sistemare pomposamente una semplice uscita di una architettura la cui entrata sono le logge del Vasari. La miserabile pensilina uscita da un incredibile quanto inutile concorso è un atto di presunzione di un architetto che non conosce Firenze e che ha agito come fosse nel deserto, e non nel centro della più bella città del mondo. Poniamoci la domanda: a quale privato o azienda sarebbe concesso costruire un tale sproporzionato manufatto? A Gucci? A Ferragamo? A Cavalli? E invece da 23 anni si discute se lo Stato possa concedersi ciò che non consentirebbe a nessun altro. Quando il ministro Sangiuliano è venuto a Firenze non ritenevo fosse necessario partecipare all’incontro per due ragioni che non intendo nascondere: la prima (si capisce dalle sue dichiarazioni) che avevo avuto la sua piena approvazione, contrario come me (anche ricordando le posizioni di Oriana Fallaci e di Franco Zeffirelli) al deprecabile progetto, impensabile in un centro storico, imparagonabile alle logge del Vasari, e improponibile da qualunque istituzione. La seconda è che avevo già incontrato gli attori della città proprio per chiarire alcuni principi. Il primo è che lo Stato non può consentire a se stesso quello che proibirebbe a chiunque altro. I cittadini di Firenze ne sono perfettamente consapevoli. Il ministro non riesce a darsi una risposta sul tempo infinito trascorso dall’elaborazione del progetto, ed evita gentilmente di ricordare al sindaco che gli Uffizi sono un bene dello Stato, sul quale il Comune non ha alcuna competenza. Il sindaco continua a comportarsi come una controparte (che non esiste). Nondimeno, nei giorni di Natale, mi ero confrontato con lui e con i diretti competenti ,il direttore degli Uffizi e la sovrintendente, condividendo la proposta di un’area verde sulla quale aveva manifestato piena condivisione proprio la sovrintendente Antonella Ranaldi, e di cui un’ipotesi dimostrativa era stata sottoposta proprio alla soprintendente, al sindaco e al direttore Schmidt, che è il primo a conoscere le necessità degli Uffizi e i limiti della loggia Isozaki. Non capisco, da parte di Nardella, il riaffacciarsi dell’ipotesi di un concorso dopo il fallimento oggettivo del precedente, e tanto meno la battuta polemica sulle “due fioriere“. Superato l’orrore e il gigantismo di una uscita fuori scala, i cui costi solo per la pulizia dei vetri sono ben noti a Schmidt, occorre ribadire che si tratta della semplice uscita di un museo e che, da che mondo è mondo, per realizzarla non occorrono concorsi e grandi opere ma gli uffici stessi dello Stato, che si chiamano Soprintendenze e Musei. La soluzione, come già avevo detto a Nardella, con la piena approvazione del suo consigliere Sergio Risaliti, è nel coordinamento fra Eike Schmidt e la soprintendente Ranaldi, in dialogo con l’architetto di giardini, che tenga conto delle esigenze di chi esce da un museo, relative ai servizi che il museo può offrire".

 

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro