REDAZIONE FIRENZE

Lo scandalo in comunità. Anni di abusi su sei bambine. Condannato ex testimone di Geova

Nove anni di reclusione per violenza sessuale su minori. Le vittime tra i 4 e 11 anni . L’uomo allontanato dalla congregazione. Le molestie anche nella Sala del tempio.

Un incubo a occhi aperti. Una storia difficile da raccontare e ancor più difficile da accettare. Sei bambine costrette a subire atti sessuali, una scia di abusi avvenuti in alcuni casi anche nel luogo di culto della comunità. Un uomo di 42 anni, ex “aderente e frequentatore” di un centro dei testimoni di Geova alle porte di Firenze, è stato condannato ieri dal giudice Gianluca Mancuso – con rito abbreviato – a 9 anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale su minori. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di sei dei sette episodi contestati: la difesa attende ora le motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni, prima di presentare appello. Secondo una nota diffusa a fine 2024 dalla congregazione dei testimoni di Geova, l’uomo è stato espulso dalla comunità nel 2018.

L’inchiesta del pm Giacomo Pestelli si è sviluppata nel massimo riserbo a tutela delle giovanissime vittime, che all’epoca dei fatti (tra il 2014 e il 2018) avevano tra i 4 e i 10 anni.

Il dramma ha inizio circa dieci anni fa: sia le famiglie delle piccole, sia il presunto violentatore sono testimoni di Geova. E proprio in una delle ’Sale del Regno’ (una sorta di chiese del movimento religioso) sparse per il territorio fiorentino, i parenti delle vittime conoscono il giovane nato e cresciuto nell’hinterland fiorentino. Nonostante l’età, è un membro importante della comunità (si sarebbe occupato dell’impianto audio della struttura) e frequenta con costanza gli incontri nel luogo di culto. Pezzo dopo pezzo, secondo quanto ricostruito dalle indagini, comincia a costruire il suo "disegno criminoso", conquistando prima la fiducia dei genitori, poi quella delle ragazze.

Con le bambine, si legge nel capo di imputazione, aveva "instaurato un rapporto di amicizia" col preciso obiettivo di abbattere le loro resistenze. "Sfruttando il rapporto fiduciario e il legame che si era creato all’interno della comunità religiosa — si legge ancora — con violenza e mediante abuso delle loro condizioni di inferiorità psicofisica, in alcuni casi facendole sedere sulle proprie gambe fingendo di voler giocare con loro, in altri portandole in luoghi appartati con la propria auto o presso la propria abitazione o recandosi presso le loro abitazioni o agendo lei locali della Sala del Regno o durante alcuni ritrovi, le costringeva o induceva a subire atti sessuali".

A una delle vittime, come le altre di origine straniera, l’imputato avrebbe detto che si trattava di un "gioco e di rimanere in silenzio perché tanto nessuno avrebbe fatto caso a quanto detto da delle straniere", aggiungendo che si comportava in quel modo "perché voleva loro del bene".

Silenzio e sconcerto da parte delle famiglie, venute a conoscenza del dramma vissuto dalle proprie figlie solo tre anni fa. Quando alcune di loro, raggiunta l’adolescenza, hanno cominciato a raccontare quegli abusi spaventosi subiti fino al 2018 da quel giovane di cui nessuno, soprattutto all’interno della comunità, aveva mai sospettato.

L’uomo è stato assolto da uno degli episodi contestati. Dovrà anche risarcire i danni alle vittime e ai genitori di alcune delle piccole che si sono costituiti parte civili con gli avvocati Enrico Bicci ed Elisabetta Renieri, versando intanto una provvisionale immediatamente esecutiva pari complessivamente a 40mila euro

Pie.Meca.