REDAZIONE FIRENZE

L’inceneritore a Case Passerini. Chiuso il processo al Tar: non si farà

Dopo il protocollo tra Alia e gli enti coinvolti, anche il tribunale definisce la vicenda senza più interesse

L’inceneritore a Case Passerini. Chiuso il processo al Tar: non si farà

Dopo il protocollo tra Alia e gli enti coinvolti, anche il tribunale definisce la vicenda senza più interesse

Che la questione inceneritore a Case Passerini fosse archiviata è noto da tempo. Anche sulle ‘carte’, visto che ormai l’impianto non compare più, dal 2019, nel piano regionale dei rifiuti. Ora, però, la parola fine è scritta anche dalla giustizia amministrativa con il pronunciamento del Tar della Toscana che ha dichiarato "improcedibili" i due ricorsi ancora pendenti presentati da QThermo, società pubblico-privata (poi confluita in Alia Spa) che avrebbe dovuto progettare, realizzare e gestire l’impianto di incenerimento rifiuti. A far scattare l’improcedibilità "per difetto di interesse" la firma del recente protocollo d’intesa tra Comune di Sesto Fiorentino, Regione Toscana, Città Metropolitana e Alia Spa con il quale si è sancito il superamento dell’impianto. Il primo ricorso, in particolare, era stato presentato nel 2019 da QThermo per impugnare il diniego al riavvio del procedimento di autorizzazione oppostole dalla Regione Toscana; la precedente autorizzazione, infatti, era stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato in seguito ai ricorsi presentati da associazioni ed enti locali, tra cui il Comune di Sesto Fiorentino, poiché carente nella previsione di opere di mitigazione, in particolare i tanto citati boschi della Piana.

Per questo procedimento, in realtà, la ricorrente Alia nel novembre scorso aveva depositato un atto di rinuncia al ricorso con richiesta di compensazione delle spese processuali cui avevano aderito la Regione, la Città Metropolitana di Firenze, le associazioni Forum Ambientalista e Italia Nostra e i Comuni di Campi e Sesto. Rinuncia che secondo il Tar, non essendo stata presentata secondo le modalità necessarie, non poteva costituire titolo per l’estinzione del processo, ma era comunque indicativa del fatto che gli eventi cui si riferiva erano già superati da altre circostanze. Da qui la decisione del tribunale di dichiarare improcedibile il ricorso per "sopravvenuto difetto di interesse". Il secondo ricorso, invece, aveva per oggetto l’avvio del procedimento del piano regionale dei siti inquinati della Regione Toscana, dal quale derivava un’ulteriore ragione di irrealizzabilità dell’impianto, evidenza che aveva portato l’allora presidente di QThermo Giorgio Moretti a minacciare cause per una richiesta danni milionaria. All’epoca il Comune di Sesto pur non essendo la controparte diretta del ricorso aveva deciso di costituirsi in giudizio.

"L’inceneritore non si farà – dice il sindaco sestese Lorenzo Falchi - Con queste due sentenze si chiude una lunga vicenda giudiziaria che ha visto cittadini, associazioni e comunità locali compatte contro un’opera sbagliata e impattante".