
La regista Liliana Cavani: dopo il Leone d’oro alla carriera alla 80esima Mostra del cinema di Venezia, domani riceverà il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema
"Ci sono tante registe donne, e anche sceneggiatrici, che lavorano bene al pari dei colleghi uomini. Ma sono viste come un’eccezione. Invece sono la normalità". Così Liliana Cavani (90 anni) che all’ultima Mostra del Cinema di Venezia è stata la prima donna a ricevere il Leone d’oro alla carriera e che domani sarà la prima donna a ottenere il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, riconoscimento conferito dal Comune in collaborazione con il Sindacato nazionale critici cinematografici italiani - Gruppo Toscano e la Fondazione Sistema Toscana con la direzione artistica di Simone Emiliani. La cerimonia si svolgerà al Teatro di Fiesole, domani a partire dalle 20,30 (ingresso gratuito).
Liliana, finalmente il Leone d’oro...
"E’ curioso riceverlo a 90 anni ma c’è sempre una prima volta. E sono molto contenta anche dell’omaggio che riceverò a Fiesole".
Le donne nel cinema fanno più fatica dei colleghi uomini?
"Il cinema è un settore abbastanza ’chiuso’ alle donne. Ma non è l’unico. Basta pensare al campo della medicina o a quello economico: in un consiglio d’amminsitrazione di una banca le donne non arrivano neppure a un quarto dei consiglieri".
La parità di genere è ancora lontana?
"Si parla sempre di più della necessità di raggiungerla ma nei fatti non si fa abbastanza per arrivarci. A oggi c’è disparità vera ma col tempo sono convinta che la situazione di squilibrio possa venire meno".
E’ tornata al cinema dopo ben 21 anni con "L’ordine del tempo": cosa è per lei il tempo?
"Il tempo di fatto non esiste. Il concetto può andar bene come guida per la giornata o per tenere un diario. Infatti il tema di fondo del film è che tutto può finire da un momento all’altro. Avevo letto il saggio di Carlo Rovelli e l’argomento mi interessava molto: il tempo che ci insegue, il tempo che ci sta al fianco, il tempo che può diventare qualcosa di drammatico".
La sua filmografia è vasta e diversissima nei temi: perché questa scelta?
"Perché sono curiosa di capire il mio tempo, di comprendere la storia che ci circonda".
A proposito di storia, molti suoi documentari sono storici: è un caso?
"Assolutamente no. La storia è importantissima, bisogna consocerla bene. Mio nonno socialista credeva nel progresso: ma c’è stato questo progresso? In alcuni settori sì, in altri no. Ma senza sapere la storia non si può rispondere a questa domanda. E purtroppo, oggi, in tante scuole non c’è neppure un proiettore per far vedere i filmati storici. Se io fossi a capo del nostro Paese sicuramente investirei di più nella scuola, una ricchezza per tutti".
Nella sua filmografia c’è anche un film quasi cancellato, il "Galileo" del 1968, mai trasmesso dalla Rai...
"Ed è per me un cruccio, è un film attualissimo e i giovani dovrebbero vederlo".