
di Christian Campigli
"La vita ha quattro sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre". In queste poche righe è racchiusa l’immensità di un personaggio scomodo, complesso ma inarrivabile come Oriana Fallaci. Immediata nella scrittura, mai banale, profonda e controversa.
Ieri i membri dell’associazione "Per Oriana Fallaci" si sono prima recati al cimitero evangelico "Agli Allori", per depositare una corona sulla tomba della scrittrice nell’anniversario della sua scomparsa e hanno poi organizzato un incontro al Gran Hotel Baglioni per celebrare la quattordicesima edizione del Memorial Oriana Fallaci. "Il suo è un pensiero che deve essere diffuso, soprattutto ai più giovani – ha sottolineato il presidente Armando Manocchia – Racchiudere in una categoria politica o culturale l’incredibile lascito culturale di Oriana Fallaci è un errore colossale. Lei era libera, e proprio grazie alla sua libertà ha potuto conoscere il mondo e raccontarlo cosi bene". Durante l’incontro sono state ripercorse le tappe fondamentali della carriera e della vita della giornalista fiorentina. Un percorso lungo e intenso, che l’ha portata a diventare una figura preponderante e, al tempo stesso ingombrante nel campo dell’editoria. Nata a Firenze il 29 giugno del 1929, partecipò da giovanissima alla resistenza contro il nazifascismo. Fu la prima donna a ricoprire l’incarico, tanto prestigioso quanto difficile e pericoloso, di inviata speciale per la rivista L’Europeo. Da subito riuscì a conciliare l’attività giornalistica con quella di scrittrice. Amica di Pier Paolo Pasolini, divenne famosa per alcune interviste ai potenti della terra, tra i quali re Husayn di Giordania, Giulio Andreotti, Henry Kissinger e l’ayatollah Khomeini. "Gli intellettuali hanno un ruolo fondamentale nella società – ha ricordato il professor Alessandro Meluzzi -. Chi pensa ha un ruolo preponderante, perché riesce a far riflettere tutti gli altri. Non sempre però si può essere concilianti nei ragionamenti. Oriana Fallaci è stata una delle più grandi menti del nostro secolo, mai banale e soprattutto libera. Non troverete mai, nei suoi scritti, un passaggio non originale. In un mondo come quello attuale, fondato sulla melassa del pensiero unico dominante, sulla globalizzazione che ci vorrebbe tutti uguali, rileggere i capolavori della Fallaci regala una autentica boccata d’ossigeno".
Tra gli ospiti del Memorial presente anche l’attore Enrico Montesano. "Io di Oriana Fallaci apprezzavo la schiettezza, quel modo genuino di raccontare la verità. Tutto quello che aveva previsto si è realizzato. Aveva un’intelligenza acuta e un carattere forte, chiaramente non poteva piacere a tutti".