FRANCESCO
Cronaca

Le poesie di bronzo di Adriano Bimbi

Adriano Bimbi, maremmano e profondamente fiorentinizzato, è protagonista del Calendario 2024 della Polistampa con le sue "poesie bronzee" che rievocano versi di Palazzeschi. Un dialogo artistico che regala frammenti lirici, leggeri come un alito di vento.

Gurrieri

Dai silenzi della collina fiorentina, Adriano Bimbi torna a far sentire la sua presenza. Bimbi è maremmano e profondamente fiorentinizzato. La Maremma, a Firenze, è sempre stata aggettivata con termini emotivi se non associata al ‘mestiere più antico del mondo’. Poi ciuca, ladra, amara, suonavano quasi come complimenti per quella terra che, per secoli, ricordava la malaria e la zanzara anofele. Oggi, la situazione si è ribaltata e la Maremma è terra amata, desiderata, frequentatissima. Ora, questa forza espressiva di Bimbi, riposta nei suoi originalissimi disegni e, soprattutto, in questi suoi nuovi bronzi (vere e proprie poesie), dà vita al Calendario 2024 della Polistampa, tradizionale omaggio della casa editrice fiorentina che ci riporta ai tempi della sua prima sede, allo studio di Pio Fedi, all’angolo fra via Santa Maria e via Serragli: una stagione, allora, che vedeva presenti per gli “auguri” (e la consegna del Calendario) Alessandro Parronchi, Mario Luzi, Arnaldo Pini, Nanni Permoli, Mario Graziano Parri e tanti, tanti altri. Con l’immancabile signora Piera, affettuosa moglie di Mauro Pagliai, che dispensava tavolate di dolcissimi e graditissimi piatti. Tutto passa. Resta però la tradizione e ora questo splendido calendario per l’Anno Nuovo, reso prezioso dalle riproduzioni delle opere di Adriano Bimbi, accompagnate da un breve ma efficacissimo saggio di presentazione di Antonio Natali, fiero conterraneo dell’artista. Presentazione davvero efficace e lirica anch’essa, permeata di singolare sintonia: “Rugosi e brulli sono i gibbi dei suoi paesaggi miniati nel bronzo. Su quei colli allignano esili i cipressi, e spontanee crescono dimore umili domestiche, quasi inerpicate su per i cieli alti, dove i venti spazzano ogni nimbo e scuotono gli alberi piantati nei campi”. In effetti, queste “poesie bronzee” non possono non riportare – come suggerisce Natali – ad alcuni versi di Palazzeschi. Tout se tient in questo raffinato dialogo artistico e così dobbiamo esser grati a Bimbi per regalarci ancora qualche frammento lirico, rigeneratore di sentimenti. “La poesia dei piccoli paesaggi di bronzo – suggerisce ancora Natali – è lieve come un respiro, leggera come un alito di vento...”.