Le donne Pd contro Del Re: "Usato senza scrupoli lo slogan ’fare rumore’"

"Il grido contro il femminicidio non sia ridotto a una rivendicazione politica". La lettera con oltre 45 firme, anche di uomini, scalda la campagna elettorale. .

Le  donne Pd contro Del Re: "Usato senza scrupoli lo slogan ’fare rumore’"

Le donne Pd contro Del Re: "Usato senza scrupoli lo slogan ’fare rumore’"

Il giorno in cui Cecilia Del Re, 27 dicembre, sceglie di lasciare il Pd e annuncia la nascita di una lista civica per "raccogliere le energie positive di Firenze", l’ex assessora sceglie di usare l’espressione "fare rumore", spiegando che c’è l’esigenza di "un rumore costruttivo e propositivo. Insieme ad un gruppo di eletti in Comune, nei Consigli di quartiere e a membri della società civile, daremo quindi vita ad una lista civica di centrosinistra nella quale far confluire le forze vive della città". L’espressione "fare rumore", usata da Elena, sorella di Giulia Cecchettin, ha provocato una reazione da parte di una serie di donne iscritte al Pd (ma pure da uomini), arrabbiate per il parallelismo fatto. "Il rumore lo facciamo e lo abbiamo fatto tutte insieme – si afferma nella lettera aperta delle donne Dem -. Elena, la sorella di Giulia, ha urlato contro il patriarcato dopo il brutale assassinio di sua sorella. È diventato un grido collettivo. Ridurlo ad una rivendicazione di spazio politico soggettivo fa impressione. Senza alcuno scrupolo si usa qualunque espediente comunicativo, anche lo slogan che ci ha visto tutte e tutti uniti contro il femminicidio". La lettera è firmata al momento da oltre 45 persone: tra queste ci sono la consigliera regionale Cristina Giachi, la vicesindaca di Firenze Alessia Bettini, le assessore comunali Benedetta Albanese e Maria Federica Giuliani, le consigliere comunali Francesca Calì, Letizia Perini, la presidente del Quartiere 3 Serena Perini. E ancora Angela Scaglione e Susanna Agostini della segreteria cittadina, Amanda Corrado (segretaria Gd metropolitano), Luisella Papalini (coordinatrice delle donne Dem). Hanno firmato anche i consiglieri comunali a Palazzo Vecchio Enrico Conti e Renzo Pampaloni.

"Nel Pd, come in tutta la cultura del nostro Paese, il patriarcato esiste e lo affrontiamo tutti i giorni dentro e fuori le stanze della politica con forza e coraggio – si precisa -. E come Pd dovremo farlo ancora di più. Ma unite. Chi sbatte la porta ed esce sceglie un’altra strada. Avvantaggiando il centrodestra con una spaccatura che infatti fa esultare solo Salvini! Proprio per evitare queste divisioni il Pd, con la sua democrazia interna, aveva scelto di non fare le primarie. Sapevamo che le destre avrebbero provato ad approfittarne. Ora non soltanto ci si rifiuta di accettare la decisione democratica dell’assemblea del Pd, ma si mette in campo un’operazione che, al di là dei proclami, è tutta e solo contro il Pd e la coalizione e non presenta alcun contenuto programmatico alternativo se non una critica continua alla democrazia interna del partito, colpevole di aver scelto in un senso che a qualcuno non piaceva".

Secondo le firmatarie "continuare a dire che chi la pensa diversamente è soggiogata al patriarcato offende le tante donne che ogni giorno contribuiscono alla crescita della comunità democratica. Basta autoreferenzialità, siamo tutte portatrici sane di un pensiero indipendente. Nel nostro caso è anche realmente democratico".

Niccolò Gramigni