L’autobiografia di Marina Piperno, prima produttrice cinematografica

L’autobiografia di Marina Piperno,  prima produttrice cinematografica

L’autobiografia di Marina Piperno, prima produttrice cinematografica

Oggi alle 17.30 alle Oblate viene presentato "Eppure qualcosa ho visto sotto il sole", autobiografia di Marina Piperno, prima produttrice cinematografica italiana. Interverranno la docente universitaria Gigliola Sacerdoti Mariani, la scrittrice Gabriella Izzi Benedetti, Cristina Iandelli, ordinaria di Storia del cinema all’Università di Firenze, Maresa D’Arcangelo della direzione del festival Cinema e Donne di Firenze, Stefano Cosi, vicepresidente Club per l’Unesco di Firenze e presidente Arciteatro. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

L’obiettivo di Piperno, attraverso la macchina da presa, era dare voce a chi ne era privo: i popoli sottomessi dal colonialismo, le marginalità e gli esclusi, le devianze, i portatori di storie contadine e operaie, le donne e i loro diritti negati. Esplorando territori sconosciuti, ricavandone crescita umana e preziosa esperienza professionale, fu accompagnata in questo coraggioso itinerario da giovani e importanti autori, svezzati dal più grande agitatore culturale che l’Italia abbia avuto, Cesare Zavattini. Esordisce nel 1961 come produttrice di 16 ottobre 1943, un cortometraggio sulla razzia del ghetto romano operata dai tedeschi, film che spezza il silenzio che aveva coperto l’orrore della shoah. Con la REIACfilm, nel ’62, avvia un’intensa produzione documentaristica, attenta ai processi di decolonizzazione e di liberazione dei paesi del terzo mondo, che le vale due consecutivi Nastri d’Argento, nel 1967 e 1968. Con Sierra Maestra, girato nel vivo della guerriglia venezuelana da Ansano Giannarelli, affronta la fiction e si apre alla collaborazione con la Rai, producendo film, documentari scientifici e inchieste di grande risonanza. Tra i duecento pezzi che ha firmato spicca La Verità di Cesare Zavattini nel 1982. Nello stesso anno decolla il sodalizio con Luigi Faccini, collaborando alla nascita dei suoi documentari antropologici, ma anche dei film di fiction Inganni, Donna d’ombra, Notte di stelle, Giamaica. Poi passa davanti alle telecamere, come protagonista di vita che diventa cinema, con film nei quali lascia il proprio segno. Nel 2010 ha ricevuto il Sigillo della Pace di Firenze e il Nastro d’Argento alla carriera.

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