STEFANO BROGIONI
Cronaca

L’audizione in commissione: "False accuse dei miei figli. Avevano organizzato tutto"

Madre nove anni in carcere per pedofilia: parla per la prima volta dopo la riabilitazione "Quando conobbi Fiesoli vidi tanti bimbi intorno a lui, ma erano tristi. C’era qualcosa di strano".

L’audizione di Rodolfo Fiesoli in commissione di inchiesta parlamentare

L’audizione di Rodolfo Fiesoli in commissione di inchiesta parlamentare

FIRENZE

Condannata per pedofilia dopo le accuse dei suoi figli. Ma quello nei confronti di F.R., madre di tre bambini che furono affidati al Forteto dal tribunale dei minori, fu un processo condizionato dalle dichiarazioni di bambini a loro volta plagiati dalla setta guidata da Rodolfo Fiesoli. Dopo nove anni di carcere, ha avuto la revisione della condanna e un risarcimento per ingiusta detenzione.

E proprio ieri mattina, la donna, per la prima volta, ha reso una sofferta testimonianza alla commissione parlamentare d’inchiesta, guidata dal deputato di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti.

"Quando mi hanno denunciato, mio figlio L. era una bambino di 9 anni. L’ultimo giorno che andai a trovarlo mi disse ’mamma è tutto falso quello che stiamo dicendo’. Ma io non capivo".

"Portarono i bambini dai giudici - prosegue F.R. - a dire che io facevo entrare queste due persone in casa mia, io stavo in cucina e i bambini stavano in camera nudi con queste due persone. Sto male a parlarne, mi vergogno a dire queste cose".

Ad accusarla, assieme ai figli, furono anche i genitori affidatari. "Erano d’accordo, era tutta un’organizzazione. Era gente cattiva. Hanno giocato sulla pelle dei bambini. E i bambini hanno sofferto ancora più di me. Li hanno violentati anche in testa. Un trauma che non si scorderanno mai".

F.R. racconta anche come i suoi figli arrivarono al Forteto. "Mio marito finii in carcere per scontare una condanna a dieci anni per droga. Dopo un anno della sua detenzione chiesi il divorzio. I bambini sono rimasti con me. Ma non avevo più soldi per fare la spesa. Chiesi aiuto all’assistente sociale di Borgo San Lorenzo che mi portò al Forteto. Mi fece conoscere un signore che si chiamava Fiesoli. Elegante, vestito bene, con tanti bambini intorno a lui. Mi ha fatto vedere la case famiglia, i bambini che stavano bene, mangiavano e andavano al mare. Dissi va bene perché cercavo il bene per i miei figli. Ma guardavo questi bambini ed erano tristi, c’era qualcosa di strano ma non capivo".

Oggi, due dei suoi figli sono ancora al Forteto e il rapporto con la madre è ancora fratturato. "Ed ora le istituzioni, seppure con ingiustificato ritardo, accolgano l’appello disperato di intervenire per salvare i propri figli che ancora non la riconoscono come madre e continuano ad essere vicini ai sodali di Fiesoli, senza dimenticare che anche altre famiglie si trovano in situazioni simili senza mai aver ricevuto alcun aiuto concreto", dice l’Associazione Vittime del Forteto.

ste.bro.