Diciannove sforamenti da gennaio oltre la soglia rossa di concentrazione nell’aria di polveri sottili con diametro inferiore ai 10 micrometri. Una cifra, per il momento ampiamente al di sotto dei 35 da non superare in 12 mesi per non essere considerati fuori legge. Sono i numeri della qualità dell’aria di Firenze registrati dalla centralina di traffico Arpat collocata in viale Gramsci, uno dei punti più caldi della città: il vero polso da tastare per capire cosa entra nei nostri polmoni ogni giorno.
E cosa succederà alle nostre auto. Il verdetto: le cose non vanno male, soprattutto considerato gli anni precedenti. Gli sforamenti di pm 10, le polveri sottili in grado di raggiunge bronchi, trachea e vie respiratorie superiori, sono diminuiti. La media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo (ug), oltre la quale la concentrazione è considerata dannosa per la salute, è stata superata soltanto in 19 giorni, l’ultima volta il 21 giugno scorso.
Nel mirino anche l’altro nemico della nostra salute, il biossido di azoto, gas generato soprattutto da marmitte e riscaldamenti e irritante per l’apparato respiratorio in grado di causare bronchiti ed edemi polmonari. Su questo punto Firenze è stata già bacchettata nel 2023 da Bruxelles per gli sforamenti della centralina di viale Gramsci: una media mensile di microgrammi per metro cubo superiore ai 43 previsti dalla Ue.
Il risultato? Blocco dei diesel Euro 5 più inquinanti sui viali tutt’ora in corso. Ma qui arriva la buona notizia: lo stop, unito ai bonus per il Tpl e alla scelta di limitare i mezzi di At sui viali, ha funzionato. La media di biossido mensile è calata sotto la soglia rossa. Il risultato? Palazzo Vecchio manterrà l’alt ai diesel Euro 5 immatricolati fino al 2014, ma non lo estenderà agli anni di immatricolazione successiva. Chi possiede quindi un Euro 5 a gasolio immatricolato dal 2015 in poi potrà continuare a percorrere i viali senza il timore di essere fermato e multato dai vigili. Un risultato non scontato visto che la misura avrebbe dovuto essere progressiva fino almeno alle immatricolazioni del 2016. Proprio il biossido di azoto, in base al rapporto Mobilitaria 2024, firmato da Kyoto Club insieme al Cnr-IIA è stato ritenuto responsabile di almeno 108 morti premature ed evitabili in tutto il territorio della Metrocittà. Ma allargando lo sguardo le cose, anche qui, sono in netto miglioramento. Nel 2011 infatti la media annuale di concentrazione era di 103 microgrammi per metro cubo: più del doppio di quanto previsto dalla legge. Una cifra calata nel corso degli anni e arrivata a 62 nel 2013, a 56 nel 2019 per arrivare a quota 41 nel 2023, un pelo sopra soglia 40, il livello cioè considerato non nocivo per la salute dalla legge.
cla.cap