L’allenamento diventa dolore: "Eri il più forte"

Un giovane calciatore di Castelfiorentino, Mattia Giani, viene ricordato con affetto dai compagni di squadra e dagli amici dopo la sua improvvisa scomparsa durante una partita. Il dolore e la commozione si diffondono tra coloro che lo conoscevano, mentre si ricordano la sua allegria, la sua umiltà e il suo talento.

"Ciao Mattia". Due parole che fanno rumore. Due pugni nello stomaco, gettati nero su bianco in uno striscione appeso dai tifosi che campeggia davanti all’entrata dello Stadio Riccardo Neri di Castelfiorentino. C’è un mazzo di fiori bianchi e un biglietto lasciato dagli esordienti 2012. "Resterai con noi per sempre, in ogni angolo del campo, in ogni tiro calciato, in ogni rete. Grazie di tutto, fai buon viaggio, campione". È un saluto a cui nessuno vuole credere, quello rivolto a Mattia Giani. Ieri i compagni di squadra si sono ritrovati per quello che avrebbe dovuto essere un allenamento normale, ma che si è trasformato in un momento di dolore. La mente è ferma lì, al 12’ del primo tempo di quel maledetto match quando Mattia è stramazzato al suolo. Il primo ad arrivare e lasciare una rosa bianca è il capitano Lorenzo Campatelli. "Non mi sembra vero. Il ricordo di Mattia rimarrà dentro di noi per sempre. Metteva allegria, aveva sempre la battuta pronta. Era il nostro uomo spogliatoio, fortissimo; il più forte di tutti". Arrivano piano piano, gli amici di Mattia, fino a riempire le panchine del piazzale. Ha la voce strozzata dal dolore, Leonardo Canali. "Mi tremano le gambe - dice posando un fiore davanti allo striscione - era un ragazzo d’oro. Aveva l’umiltà del calciatore forte, quel plus che fa la differenza. Era il nostro numero 10, il più prezioso. Un leader silenzioso; non parlava troppo ma sapeva sempre come tirarci fuori dalle situazioni più difficili". Era in panchina quando è accaduta la tragedia. "Appena ho capito la gravità della situazione mi sono precipitato. Solo il tempo guarirà questa ferita". Seduti stretti tra loro si ritirano con l’allenatore Nico Scardigli negli spogliatoi. La squadra è giovanissima e Mattia, classe ’98, era il senior, punto di riferimento. "Non ricordo un gol scontato - dice Scardigli - due alla Del Piero ne aveva segnati appena rientrato dall’infortunio. Li avevo filmati, ma ho il cruccio di non esser riuscito a consegnargli le clip". Con 26 anni da compiere e una vita da inventare, Mattia lavorava come magazziniere in una conceria e da pochi giorni era andato a convivere a Stibbio con la fidanzata, medico farmacista di Certaldo, che lo seguiva in ogni partita e che anche domenica era sugli spalti a fare il tifo.

Ylenia Cecchetti

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