Firenze, 17 dicembre 2023 – Possiamo desiderare qualunque cosa, anche a dispetto della scienza. Anche sperare che il Natale possa curare le malattie. "Io ho chiesto alla mia mamma di farmi portare qui a spedire la lettera a Babbo Natale, siamo alla stazione e quindi con il treno, la mia lettera, in Lapponia, arriva prima", è la vocina di Mattia, un bambino di sei anni, che ieri mattina lasciava la sua letterina sul grande abete nel centro della stazione di Santa Maria Novella. Un abete verde decorato non solo di luci e palline, ma di desideri. Ci sono le letterine dei bambini che per tradizione scrivono a Babbo Natale chiedendo i regali, ma anche messaggi e pensieri dei viaggiatori adulti che qui partono o arrivano.
Lettere tutte posizionate ad altezza d’uomo, perché arrivare in cima è impossibile, scritte su fogli qualunque, su quel che in quel momento era a disposizione, biglietti del treno, scontrini di bar e ristoranti, foglietti strappati da qualche quaderno, ma tutti con lo scopo di sperare che la magia del Natale possa far avverare qualche desiderio. Ecco, potrebbe essere chiamato proprio l’albero dei desideri perché in ogni biglietto c’è un pizzico di speranza, un sogno, una necessità. Dai più grandi ai più piccoli, problemi o aspirazioni misurati all’età.
E dunque ci sono pensieri più leggeri, come quello di Mirco, che chiede la puntualità dei treni, dopo la sospensione della patente. E quelli di Leo e Sara, che chiedono aiuto a Babbo Natale per passare l’esame di diritto processuale civile. Tra i mille bigliettini incastrati in ogni ramo dell’albero, c’è anche qualcuno che chiede di trovare un marito e si accontenta di un uomo affidabile ma anche chi punta al grande amore: ’Caro Babbo natale vorrei avere una famiglia con la mia principessa Elena’.
Ma i rapporti d’amore non sono sempre rose e fiori, come dimostra l’amarezza di Paolo e di quel suo ’ Babbo Natale, ti chiedo solo di far tornare a casa mia moglie’ che per un attimo intristisce lo sguardo che ci si sofferma. Un po’ come fanno tenerezza e intristiscono i messaggi dei bambini contro la guerra: ’Vorrei che tutti i bambini come me, fossero felici, ma soprattutto vorrei non vedere più nessun tipo di guerra. - Vorrei ci fosse più amore tra le persone e che tutti anche se non ci conosciamo ci volessimo bene’, sono le parole di Luisa, probabilmente alunna della scuola elementare.
O come stringono il cuore le richieste di aiuto affidate a un albero che per qualcuno è come un altarino: ’Caro Babbo Natale, trova una cura per il mio marito e proteggi i miei bimbi’. Richiesta alla quale fa eco quella di un bimbo, riconoscibile dalla scrittura ancora poco lineare, che chiede salute per la sua famiglia. E poi c’è la famiglia, non per tutti tranquillo focolare. Un biglietto chiede di ricucire rapporti familiari che per qualche motivo si sono rotti: ’ Vorrei riavere il mio vecchio rapporto con i miei fratelli e che mia mamma stesse bene’.
Il bello di questo albero che accoglie visitatori e pendolari, viaggiatori occasionali e habitueè è che ognuno se lo vive a modo suo. E dalla vittoria della Fiorentina al superamento dell’esame di guida al sogno di un binario meno scomodo, ognuno può dare libero sfogo alle aspettative. In fondo sperare non costa nulla.