
La cartella clinica di Carla Ferretti ripercorre gli ultimi momenti dell’80enne. Giallo sulla notifica dei medici all’autorità sui casi di "malattie infettive".
di Pietro Mecarozzi
Cause principali del decesso: "Sepsi e colite enterite e gastroenterite di presunta origine infettiva". È scritto nero su bianco nella cartella clinica di Carla Ferretti, una dei tre anziani deceduti in ospedale a seguito della presunta intossicazione alimentare deflagrata dopo la cena nelle Rsa della Sereni Orizzonti. I documenti dell’ospedale di Ponte a Niccheri sono una mappa che – a più di un mese dalla cena incriminata – ripercorre dall’inizio alla fine gli ultimi momenti di vita di Ferretti.
La donna, 80enne, era ospite alla Monsavano di Pelago. Struttura dal cui centro cottura, secondo le indagini, è partito il lotto di pasti ’contaminati’ per le case di cura di San Biagio a Dicomano, Villa Desiderio a Settignano, L’Arcolaio a Firenze. Dopo la cena di domenica 9 febbraio, Ferretti viene ricoverata al pronto soccorso di Ponte a Niccheri alle 3 e 43 di notte. L’anamnesi parla di "vomito e diarrea sorte in serata, no febbre". E subito dopo: "Altri ospiti presentano da stasera (tra domenica e lunedì ndr) sintomi simili".
Passa qualche ora. Alle 8.13 dall’infermeria della Rsa Monsavano chiama l’avvocato Elena Moretti per comunicare l’entrata in ospedale della sua assistita a causa di "disturbi di stomaco". Nulla di più. Nemmeno una parola sul focolaio. Sull’emergenza in corso. Sugli altri ospiti colti da malori. È bene ricordare che in totale quella notte si sono registrati 114 casi di gastroenterite su 173 pazienti presenti nelle quattro Rsa coinvolte.
Arriva la sera di lunedì 10. Sono passate 24 ore dalla cena ’killer’. Alle 21 il telefono del legale della donna riceve una chiamata dall’ospedale: "Ferretti è in grave condizioni, l’addome è messo male. Si valuta intervento chirurgico". Nella cartella sanitaria si legge che la situazione dell’80enne alle 17:36 è di "insufficienza renale acuta in corso di gastroenterite acuta, lieve incremento transaminasi".
La situazione precipita. E all’una circa di lunedì notte, Ferretti muore per sepsi, ovvero una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo a un’infezione generalizzata che danneggia tessuti e organi. Il reparto medico di Ponte a Niccheri fa partire la ’notifica obbligatoria di malattia infettive e diffusa’ all’autorità sanitaria. "Sospetta tossinfezione alimentare" cita la prima riga.
L’avvocato Moretti viene a conoscenza dei fatti solo la mattina dopo, grazie al messaggio lasciato dai medici nella sua segreteria. Di lì a poco la mail di Sereni Orizzonti dove si spiega di una "possibile contaminazione avvenuta nella cucina del centro di cottura" della Rsa Monsavano di Pelago. E che a fronte di alcuni "disturbi gastrointestinali che hanno coinvolti gli ospiti" la cucina veniva "chiusa".
Da martedì, per quella che è stata soprannominata la ’strage degli anziani’, risultano indagati Gabriele Meluzzi, amministratore delegato di Sereni Orizzonti, colosso italiano delle case di cura, e Valentina Seracini, responsabile della rsa Monsavano di Pelago. La procura di Firenze gli contesta le ipotesi di omicidio colposo, lesioni colpose, delitti colposi contro la salute pubblica e commercio di sostanze alimentari nocive. I due pm hanno anche nominato consulenti di parte, i medici legali Martina Focardi e Beatrice De Fraia, per l’autopsia che si svolgerà sul corpo di Samuelli e Ferretti lunedì 17. In attesa di leggere i risultati degli esami già eseguiti sulla salma della terza vittima, Daria Tanzini.