OLGA MUGNAINI
Cronaca

La ’Toscana’ di Appel . Val di Pesa protagonista

Alla Galleria Poggiali le opere realizzate dall’artista durante il soggiorno a Villa Licia

La ’Toscana’ di Appel . Val di Pesa protagonista

La ’Toscana’ di Appel . Val di Pesa protagonista

"L’uomo e la natura sono un tutt’uno. L’albero e l’uomo stesso sono una sola cosa. Se distruggiamo la natura, distruggiamo noi stessi. Da questo... è nata l’idea di dipingere la natura, il paesaggio, come si trattasse di un viso". E’ il 1990, lontana la coscienza ambientalista che nascerà decenni più tardi. Eppure Karel Appel trova nella campagna toscana una forza espressiva plastica che sembra anticipare istanze non solo estetiche ma anche valoriali, quali il rispetto e la comunione con la natura. Questo è solo uno dei mille aspetti dell’arte del grande maestro dell’Espressionismo, fondatore del gruppo CoBrA, e uno dei più grandi artisti del XX Secolo.

"In Italia, mi riesce sempre tutto", affermava Appel, che aveva girato e lavorato in tutto il mondo. Al periodo trascorso nella sua Villa Licia a Mercatale Val di Pesa vicino Firenze, tra il 1988 e il 2000, è dedicata la mostra alla Galleria Poggiali di Firenze, dal titolo ’Karel Appel. Toscana’ (visitabile fino al primo settembre). Più di trenta opere, tra cui grandi dipinti su tela, carta e sculture, riunite per la prima volta in Italia, illustrano i soggetti scelti e l’eterogeneità tecnica impiegata dall’artista durante il soggiorno toscano. A proporne una rilettura è Helmut Friedel, già direttore del Lenbachhouse di Monaco di Baviera, che spiega: "Si tratta di paesaggi di grande formato nei quali le colline sono rappresentate in tutta la loro maestosità e vastità fino ad offrire allo spettatore una visione ravvicinata dei rami degli arbusti e delle chiome degli alberi". Ecco nascere ’Horizon of Tuscany’ (1995), ’Birth of a Landscape’ (1996) o semplicemente ’Nature’ (1994), ’Study of Trees’ (1996). Ma è il periodo degli assemblaggi, di opere scultoree realizzate con ’oggetti trovati’ in Toscana che dipinge o trasforma in fusioni in bronzo. Nel 1986, quasi anticipando i paesaggi toscani, nel suo ’Lying Nude no.2’, Appel creò un paesaggio che si allunga sulla tela con le sembianze di una donna distesa, il cui corpo di un bianco luminoso, risaltando sullo sfondo scuro riproduce le sinuose curve delle colline. Insomma, paesaggio e uomo diventano binomio inseparabile. L’idea è approfondita da Appel grazie al balletto ’Can We Dance a Landscape?’ (1987), realizzato in collaborazione col ballerino e coreografo Min Tanaka e il compositore Dao e portato in scena prima all’Opéra Comique di Parigi, poi a Brooklyn e ad Amsterdam nello stesso anno.

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