La resa dei conti "Quei tre aggressori sono entrati a scuola Volevano punirlo"

Parla l’insegnante intervenuto a difesa del quindicenne assalito "Il movente è diverso. E i protagonisti vivono in contesti difficili. Non ho timore, ma sui social sono già oggetto di attenzioni..."

FIRENZE

Ragazzi di strada che vivono di violenze e di attività microcriminali. Meninos de rua tipo Brasile a Firenze. Ma in questo caso come pure negli altri episodi assurti in cronaca nelle ultime settimane, sono tutt’altro che brasiliani...

"Guardate che quei tre ragazzi che hanno aggredito lo studente di 15 anni del ’Poliziano’ non sono venuti per rapinarlo. Quanto è avvenuto il 30 gennaio dentro, e non appena fuori la scuola di viale Morgagni è stato un regolamento di conti... E’ quello ilvero movente. Certo, durante la colluttazione al nostro giovane è caduto il telefonino e uno di quelli lo ha preso e portato via. Ma ripeto: non è stata un’azione a scopo di rapina a differenza di tanti altri fatti che sono accaduti in queste settimane. Anche in questa zona. Episodi all’apparenza simili. Ma non analoghi. Non uguali a questo".

Parla l’architetto e l’insegnante di Tecnologia che quel lunedì di fine mese insieme ad un collega di Educazione Motoria si è posto di traverso per sottrarre il 15enne (ancora in terza media) a conseguenze peggiori rispetto ai pugni che pure ha subito. E alla coltellata che gli ha lacerato il giubbino in quella che potrebbe essere dunque una resa dei conti all’intern odi baby gang.

"Niente nomi però. Io sono animato da spirito di servizio.So bene quel che devo fare e non mi intimorisce il fatto che sui social sia già stato oggetto di attenzioni poco simpatiche...Meglio però mantenersi un po’ prudenti".

Prima di dettagliare la verità vera dell’aggressione – verità che supera la prima, sommaria ricostruzione e prospetta un quadro molto più inquietante – il prof. precisa: "L’aggressione non è avvenuta all’esterno della scuola, come detto e scritto. E’ avvenuta dentro. E’ importante. denota anche la determinazione che hanno avuto gli aggressori, ragazzi che sono poco più grandi del nostro ragazzo. Hanno approfittato dell’apertura dei cancelli, sono entrati, sono venuti a prenderlo dentro. Il 15enne si è accorto della presenza dei tre, è tornato indietro, in Istituto, e ha detto ’guardate che quelli mi aspettano...’.

E i meninos de rua sono entrati. "Sì. nel cortile interno, chiamiamolo pure resede, a ogni modo dentro la scuola, in uno spazio di pertinenza del ’Poliziano’. Noi insegnanti eravamo come sempre a controllare il deflusso degli studenti all’uscita. Ma mica siamo poliziotti, non siamo attrezzati per situazione el genere, peraltro la prima verificatasi al nostro Istituto". E il coltello? "Io non l’ho visto, so però che qualche altro testimone ne ha parlato, ha riferito di averlo visto..". Il prof. torna sul contesto: "Tutti questi ragazzi, tutti quelli coinvolti vengono da contesti sociali difficili. La Polizia sa già chi sono. Piccole bande. Lo dico affinché tra i genitori non si generi ulteriore panico".

giovanni spano

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