La rabbia dei sindacati "Non dire subito la paga? E’ uno sfruttamento"

FIRENZE

"Il fatto che un datore di lavoro si rifiuti di comunicare la paga e gli orari prima di assumere un dipendente, è un sintomo evidente della piaga che affligge il sistema: l’irregolarità".

Risponde così Maurizio Magi, segretario generale di Filcams Cgil Firenze, al quale abbiamo riportato gli esiti della nostra fallimentare ricerca di lavoro. "Eppure, la cosa non mi stupisce. Una recente inchiesta dell’ispettorato nazionale del lavoro - continua Magi - , eseguita su 445 aziende in tutta Italia, ha stimato che ben 3 imprese su 4 sono irregolari. Le illiceità si riconoscono sia sul piano della sicurezza, ma soprattutto sul piano del lavoro. Ad esempio, molte delle aziende ispezionate assumevano i lavoratori a nero. O meglio, i loro dipendenti lavoravano legalmente venti ore e poi ne facevano trenta sotto banco".

Secondo Magi, in un quadro siffatto, non è strano che le imprese non riescano a trovare lavoratori. "É evidente: i giovani non vogliono essere sfruttati e, davanti a datori che si rifiutano di dire i salari o a offerte di lavoro simili alla schiavitù, scappano. Il sistema deve cambiare, non i ragazzi".

La situazione peggiora nell’ambito della ristorazione: "I pubblici esercizi sono definiti “terziario debole“, a causa della fragilità strutturale e delle condizioni di lavoro spesso illegali. Per non parlare della precarietà".

Come spiega Magi, la ristorazione sta affrontando un processo di precarizzazione, a causa di forme contrattuali sempre più deboli, come i contratti a chiamata o i voucher. "Per non parlare del part time involontario. Tu vorresti lavorare a tempo pieno, ma io ti assumo a venti ore, perché altrimenti non posso. In questo modo, il part time, che dovrebbe essere una scelta del lavoratore, viene imposto. E ricordiamoci che in Italia, tre milioni di persone lavorano in part time".

Un altro problema, denunciato da tempo da Filcams Cgil, è l’insufficienza salariale nei pubblici esercizi, dovuta allo stallo nella contrattazione collettiva nazionale. "È una vergogna. Il Ccnl dei pubblici esercizi è scaduto da quasi due anni, nel dicembre del 2021. Non parliamo di quelli del commercio e del turismo, scaduti rispettivamente il 31 dicembre 2019 e il 31 dicembre 2018. I salari non sono più adeguati al costo odierno della vita".

Magi è convinto che sia necessaria una “bonifica“ del sistema, per superare le problematiche che bloccano il mondo del lavoro. "Le imprese devono interrogarsi sul loro funzionamento e innalzare la qualità del lavoro. Sopratutto in un settore come quello della ristorazione o del commercio, sui quali si fonda il tessuto economico e sociale di Firenze".

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