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La prof di diritto precaria "Insegno qualcosa che non ho E ogni anno riparto da zero"

Lo sfogo di Teresa Tranchina, 40 anni, senza posto fisso da otto: "Sempre sballottata qua e là". Una carriera in bilico: "Tutti i 30 di giugno licenziata e poi riassunta, è una presa in giro".

La prof di diritto precaria "Insegno qualcosa che non ho E ogni anno riparto da zero"

"Insegno diritto, ma di diritti non ne ho nessuno. Ho vinto il concorso tre anni fa ma lo Stato non mi dà il ruolo. Anzi, mi licenzia ogni anno il 30 giugno per poi riassumermi su quella stessa cattedra che dovrebbe per me rappresentare il posto fisso".

Teresa Tranchina, 40 anni, è precaria da 8. Avvocatessa, si è da sempre occupata anche di formazione professionale. Oltre a tutto questo, ha deciso di diventare anche insegnante. "Lo faccio per passione – dice –. Insegnare mi piace tanto. E spero che i ragazzi di oggi siano, in futuro, più bravi di noi a difendere i diritti dei lavoratori". "Non ho idea di quando finalmente entrerò in ruolo - sospira -. Purtroppo, non si investe sul diritto, che è invece una materia fondamentale per avere cittadini consapevoli. Evidentemente, non è questo ciò che si vuole. Sulla mia materia ci sono pochi posti. Ed io ogni anno mi trovo sballottata da una scuola ad un’altra. Una difficoltà per noi insegnanti precari ed un enorme danno per i ragazzi, ai quali viene negata la continuità scolastica". Così, in questo periodo dell’anno, Teresa - e con lei tantissimi altri futuri supplenti, - si cimenta in un vero e proprio "rompicapo". "Noi precari dobbiamo compilare un form in modo estremamente macchinoso - racconta -. Basta un minimo errore, come una casella non spuntata, per rischiare di non lavorare per un anno intero. Di fronte a noi, il famoso algoritmo di cui siamo in balia. È lui a spedirci in giro per la provincia. Ci vuole qualche giorno per compilare il form, tra l’altro al buio, dato che non sappiamo le cattedre disponibili quando esprimiamo le nostre preferenze". A fine agosto, i prof precari sanno dove insegneranno.

"A volte andiamo a prendere servizio dopo un giorno", racconta la docente, che in questi anni ha insegnato in sei scuole: Calamandrei di Sesto, Balducci di Pontassieve, Itis Da Vinci e scientifico Da Vinci, Russell Newton di Scandicci e, ultima scuola, l’Iis Sassetti-Peruzzi". "Io tra l’altro ho due bambini piccoli ed è difficilissimo doversi organizzare all’ultimo tuffo, non appena conosco la scuola cui sono destinata per un anno - dice -. Non sono pentita della scelta perchè, ribadisco, amo insegnare. Ma certo, lo Stato violando i nostri diritti ci fa passare la voglia… Non è giusto giocare col fatto che noi prof amiamo profondamente il nostro mestiere, che ci dà notevoli soddisfazioni umane. Ed io sono fortunata perchè di Firenze…. Ma non dimentichiamoci che perlopiù i precari arrivano da fuori e che dunque devono trovare anche una casa da prendere in affitto….".

"Ho fatto tanti esami in più per insegnare, ho tre master ed un corso di specializzazione biennale - conclude con amarezza Teresa -. Tutti titoli indispensabili per avere un buon punteggio in graduatoria. Ma, nonostante due concorsi superati, il ruolo ancora non lo vedo all’orizzonte".

Elettra Gullè