La prima volta di Matvienko. Debutto al Teatro del Maggio aspettando la grande lirica

Sabato sera alle 20 in sala Mehta. Solista al pianoforte il giovane e talentuoso Bertolazzi. In programma il terzo concerto di Rachmaninoff, il famoso ‘Rach 3’ del film Shine. .

La prima volta di Matvienko. Debutto al Teatro del Maggio aspettando la grande lirica

Il maestro Dmitry Matvienko sarà alla guida dell’orchestra del Maggio

Al via la nuova stagione autunnale del Teatro del Maggio Fiorentino: da settembre a dicembre il nuovo cartellone propone tredici concerti, tre recital lirici, un evento dedicato a Puccini nel centenario della morte, uno spettacolo per le famiglie e quattro appuntamenti con l’opera: La Cenerentola di Rossini a settembre, Madama Butterfly di Puccini in ottobre, La Traviata di Verdi in novembre ed infine, a dicembre, il dittico Mavra di Stravinskij e Gianni Schicchi di Puccini. In più, tra settembre e ottobre avrà luogo il primo festival dei cori italiani di voci bianche.

Le luci del teatro si riaccendono sabato prossimo alle 20: in Sala Mehta debutta alla guida dell’Orchestra del Maggio Dmitry Matvienko, spesso alla guida delle più prestigiose orchestre russe e vincitore dei concorsi Guido Cantelli 2020 e Malko Competition 2021. Solista al pianoforte nell’interpretazione del terzo concerto di Rachmaninoff (il famoso ‘Rach 3’ del film Shine) è il giovane e talentuoso Giovanni Bertolazzi. Formatosi al Conservatorio di Venezia, ha ottenuto numerosi e importanti premi nei più prestigiosi concorsi (il Franz Liszt di Budapest, il Busoni di Bolzano, il Thalberg di Napoli) ed ha calcato i palcoscenici del Teatro La Fenice di Venezia, del Palazzo del Quirinale a Roma, della Sala Verdi del Conservatorio di Milano.

Bertolazzi suonerà uno strumento unico: il Borgato Grand Prix 333, il più lungo pianoforte a coda da concerto mai realizzato al mondo. Il numero, non casuale, rappresenta la lunghezza complessiva dello strumento: 3,33 metri. Realizzato dal maestro vicentino Luigi Borgato, l’ultimo artigiano che costruisce a mano pianoforti da concerto, è formato da un’amalgama lignea composta da palissandro, acero, faggio, carpino, ebano e abete.

Completa il programma una selezione di brani dalle Suites dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev: la n.1 op. 64 bis; la n.2 op. 64 ter e la n.3 op. 101. Composto subito dopo il ritorno in Unione Sovietica avvenuto nel 1933, il musicista, già ben affermato come pianista e compositore, si trovò ad affrontare un ambiente culturale, sociale e soprattutto politico difficilissimo: era considerato un esempio di "una cultura individualista e avvizzita" e persino il finale tragico previsto per il suo balletto fu considerato inopportuno dalla direzione del Teatro Bol’šoj. Romeo e Giulietta andò in scena per la prima volta al Mahen Theatre di Brno in Cecoslovacchia solo nel dicembre ‘38 con la coreografia di Vanja Psota.

Chiara Caselli