La partita maledetta: "Per sempre con noi"

Ieri il recupero del match al Galluzzo: lacrime e applausi per il 26enne. Il dg Vaglini: "Era di una sensibilità e di una educazione fuori dal comune".

La partita maledetta: "Per sempre con noi"

La partita maledetta: "Per sempre con noi"

Il cielo bianco latte lascia spazio a timidi raggi primaverili. Anche le nuvole sembrano fermarsi incuriosite su quel rettangolo verde incastonato tra i palazzi del Galluzzo. Per i più sarà sembrato un normale match infrasettimanale di calcio dilettante; per chi il 14 aprile scorso ha visto Mattia Giani accasciarsi al suolo (per poi morire l’indomani mattina a Careggi), quella tra Lanciotto Campi e Castelfiorentino non sarà mai più una partita come le altre. Non lo è stato ieri per i circa cento spettatori che hanno pianto, applaudito e urlato per sostenere i compagni del 26enne durante il recupero della sfida allo stadio Bozzi di Firenze. "Per sempre con noi", si legge sotto la foto del ragazzo stampata sulle magliette che hanno indosso dirigenti e giocatori gialloblù. Sulle spalle c’è il numero 10, il numero di Mattia. Anche se quella maledetta domenica indossava la 7, per un banale cambio di modulo. Sono presenti medico e ambulanza, stavolta.

"È un dolore che porteremo per sempre con noi", spiega il dg del Castelfiorentino, Andrea Vaglini. "Era una persona sempre disponibile per dare una mano a un compagno in difficoltà – continua –. Era di una sensibilità e di una educazione fuori dal comune, una mosca bianca nel nostro mondo". In tribuna ci sono amici e genitori dei compagni: poche parole, singhiozzi e lacrime durante il minuto di silenzio prima del fischio d’inizio. Gli undici titolari si abbraccio, incitandosi e cercando la forza ognuno nello sguardo dell’altro. Negli spogliatoi il mister Nico Scardigli non ha parlato di calcio, perché di calcio non si tratta più. Ha parlato di Mattia, che sarà "per sempre con noi", come recita anche lo striscione degli ultras gialloblù.

I ragazzi ce la mettono tutta: una vittoria terrebbe viva la speranza di fare i play out. Nessuno si risparmia. Alcuni di loro hanno appena diciotto anni, negli occhi la paura di qualcosa che non riescono ancora a spiegarsi. Il Castelfiorentino, alla fine, ha perso è sarà retrocesso. "Abbiamo fatto del nostro meglio – dice un compagno – e Mattia sarebbe stato comunque orgoglioso di noi, ne sono certo".

P.m.

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