Agli studenti hanno raccontato la loro storia, la passione per il calcio "proibita" dai talebani. E la loro fuga dal Paese dove sono cresciute. Per i ragazzi del "Checchi" quet’incontro è stato un momento formativo di grande importanza. Loro si chiamano Susan, Maryam e Fatima e sono tre ragazze afghane che fino allo scorso anno giocavano a pallone nel Bastan Fc, la squadra di calcio femminile di Herat. Lo scorso agosto, con il ritorno al potere dei talebani e le minacce subite, le tre giocatrici e il loro allenatore hanno chiesto aiuto a un giornalista Internazionale, Stefano Liberti, che qualche anno prima aveva realizzato un reportage sulla loro storia. L’sos delle ragazze è stato così raccolto da Cospe che ha attivato i canali diplomatici per loro e per altre attivisti con cui l’Ong lavorava dal 2008 nel paese.
Grazie al supporto delle forze militari italiane di stanza a Kabul, sono stati organizzati gli ultimi voli militari per evacuare le persone a rischio e su uno di questi sono riuscite a salire Maryam, Susan e Fatima, in compagnia del loro allenatore. Tutti sono stati accolti a Firenze dal Comune e dalla Caritas. Le tre ragazze hanno anche ricominciato a giocare a calcio a livello agonistico, venendo tesserate nella squadra femminile del Centro Storico Lebowski.
Nei giorni scorsi le tre ragazze e il loro allenatore sono state ospiti in municipio per ricevere il saluto e il benvenuto a Fucecchio da parte del consiglio comunale. Dopodiché Susan, Maryam e Fatima si sono recate al Centro di aggregazione "La Calamita" per incontrare le alunne e gli alunni delle classi terza e quarta del liceo linguistico "Checchi", per raccontare agli studenti fucecchiesi la loro infanzia e adolescenza in Afghanistan e la loro passione “sovversiva” per il calcio.
Infine, studenti e giocatrici hanno proseguito la giornata ai campi Aca per un momento conviviale offerto dalla sezione soci Coop e dalla Fucecchio Servizi Srl e per una partitella a calcio con alcune studentesse e i loro professori. All’evento, tra altri esponenti politici, era presente anche Marco Cordone, consigliere comunale della Lega e consigliere nazionale Anci. "Purtroppo, il dramma dell’Afghanistan e delle donne afghane, passa sottotraccia, causa l’atroce guerra in Ucraina e quella terra martoriata, crocevia internazionale, tra l’altro, del mercato dell’oppio – ha detto Cordone –: rischia di essere dimenticata e abbandonata al suo triste destino. Esprimiamo la massima solidarietà a tutte le donne afghane perché non si dimentichi la loro tragica situazione".
C. B.
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