La negoziazione assistita aiuta chi si separa

Roberto

Visciola *

Pare passato un pò in sordina il fatto che nella separazione Vip più discussa del momento, quella fra Ilary Blasi e Francesco Totti, sarebbe stato scelto – il condizionale è d’obbligo, stante la riservatezza necessaria in situazioni simili – lo strumento della negoziazione assistita. Nessun passaggio dinnanzi al giudice, ma separazione concordata tra le parti, assistite dai loro legali, in tempi sicuramente più celeri.

Spesso gli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi rispetto ai procedimenti dinnanzi all’autorità giudiziaria, quali negoziazione assistita e mediazione, vengono erroneamente considerati istituti di serie B, mancando la figura apicale del sistema della giustizia, ovvero il magistrato. Si tratta, al contrario, di strumenti che dovrebbero essere considerati di serie A, in quanto sono le parti in lite a diventare artefici del loro destino, dovendo le stesse trovare, assistite dai rispettivi legali, un accordo che ponga fine alla lite, senza demandare a un terzo estraneo – ovvero il magistrato – la decisione in merito alla lite stessa. La decisione viene presa direttamente dalle parti, con reciproca soddisfazione. E’ chiaro che ciò presuppone che vi sia ampio dialogo tra i soggetti in lite ed esperienza da parte dei rispettivi legali sui sistemi di risoluzione alternativi delle controversie. Non sempre, del resto, una controversia può essere risolta tramite mediazione o negoziazione assistita. Ma il recente caso di cronaca è la chiara dimostrazione di come anche la più complessa separazione, che veda coinvolti figli minori ed un patrimonio milionario da spartire, possa essere abilmente risolta attraverso la negoziazione assistita e senza necessità di un giudice.

* Avvocato Cassazionista

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