GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

La musica come pittura Romano pensa a Degas e mischia elettronica e jazz

L’artista, diplomato al Cherubini e allievo dei primi contrabbassi del Maggio, presenta il suo album "Invisible painters". Tra suggestioni e contaminazioni.

di Giovanni Ballerini

"Solo nel momento in cui non sa più cosa sta facendo il pittore fa cose buone".

Ferdinando Romano condivide l’intuizione del grande pittore e scultore francese realista Edgar Degas, non a caso ha chiamato "Invisible painters" questo suo nuovo album che viene pubblicato a tre anni di distanza dal suo disco debutto "Totem", un lavoro molto apprezzato che ha permesso a Romano di ottenere premi importanti come "Miglior Nuovo Talento Italiano 2020" nel Top Jazz annuale della rivista Musica Jazz e il Premio SIAE 2021 per l’originalità delle sue composizioni.

L’album, uscito proprio ieri, è stato anticipato pochi giorni fa dal brano "The Dreamers" su cd e in digitale per la nuova etichetta JamUnJam, con distribuzione Universal. Il musicista beneventano, che quando era piccolo si è trasferito ad Arezzo, dove è cresciuto, da 18 anni vive a Firenze, dove si è diplomato al Conservatorio Cherubini e ha studiato con i primi contrabbassi dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino Riccardo Donati e Alberto Bocini.

Ferdinando in questo nuovo e intrigante progetto di musica originale si affida a un mondo sonoro sognante e allo stesso tempo pulsante in cui le sonorità del jazz incontrano l’elettronica e la sperimentazione si rinnova attraverso le improvvisazioni e le contaminazioni.

Ferdinando Romano ha registrato "Invisible painters" in quartetto: insieme al lui ai samples, al contrabbasso,ai sintetizzatori e agli effetti, ci sono Elias Stemeseder al pianoforte e synth (noto per le sue collaborazioni con John Zorn e Jim Black e recentemente premiato con il Deutscher Jazzpreis 2023), Federico Calcagno al clarinetto basso e clarinetto (pluripremiato strumentista con cui Ferdinando ha condiviso anche il Top Jazz 2020, molto attivo nella scena italiana ed olandese), Evita Polidoro alla batteria.

Nel brano "La figurazione delle cose invisibili" partecipa alla session anche Christine Ott, una musicista francese molto attiva con i suoi progetti nell’ ambito della musica contemporanea ed elettronica. "I Pittori Invisibili incarnano il gesto della creazione artistica, l’impulso inconscio e istintivo che genera, la mano e il pennello invisibili con cui l’artista crea estemporaneamente. E` proprio in questo equilibrio tra consapevolezza e istinto, composizione ed estemporaneità che nasce la musica di questo nuovo gruppo".