
La montagna incantata Mann al cimitero della Futa
Due ultimi spettacoli e anche la seconda parte della "Montagna Incantata" tratta dal romanzo di Thomas Mann e messa in scena da Archivio Zeta nello straordinario palcoscenico del Cimitero germanico della Futa, andrà in archivio. Per quest’anno, perché nel 2024 non solo la compagnia diretta da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, proporrà la terza e ultima parte dell’opera, ma allestirà anche maratone teatrali per rappresentare insieme, in oltre sei ore, l’intera piece. Non è semplice mettere in scena uno dei più importanti romanzi tedeschi del ‘900, opera "mostro" come la definisce lo stesso Mann, un romanzo di oltre 1200 pagine che parla di malattia e di guerra. Ma recitar di malattia e di morte, di guerra e delle ferite dell’animo umano assume un timbro unico e speciale in questo luogo unico e carico di significato, da venti anni scelto da Archivio Zeta, compagnia prima insediata a Firenzuola, e da qualche anno a Bologna: il cimitero germanico della Futa, dove spettatori e attori si muovono tra le tombe di oltre 30 mila soldati tedeschi diventa la montagna incantata. Come lo è stato in passato, quando Archivio Zeta ha lì ambientato intense rappresentazioni di numerose tragedie greche. Ed ora un’opera simbolo del Novecento europeo. La Futa diventa il luogo che ospita un sanatorio d’alta montagna agli inizi del secolo, un luogo dove il tempo viene sospeso per sette anni fino allo scoppio della prima guerra mondiale: una parabola costituita da un’ascensione nei territori della malattia e della cura e da una discesa agli inferi delle ‘terre basse’. Testo difficile, quello proposto da Guidotti e Sangiovanni, ricco di simbologie e di riferimenti, di filosofia e di scienza, per mostrare le inquietudini, i sentimenti e le riflessioni dei personaggi. "Il nostro lavoro – spiegano i due registi - propone un ribaltamento dello sguardo: con un senso di tragica ironia siamo a recitare questo grande poema della morte in una scenografia fatta di infinite lapidi della seconda guerra mondiale. Questa storia visionaria ci rende inquieti e rivela quanto sia sottile il confronto con l’attualità e quanto commovente la partecipazione al dolore per l’umanità sofferente." Lo spettacolo inizia alle 17.50, oggi e domani le ultime rappresentazioni. La prenotazione è obbligatoria, sul sito www.archiviozeta.eu – tel. 334 955 36 40.
Paolo Guidotti