La maxitruffa delle fatture false scoperta dalla Finanza: quasi 2 miliardi di euro

Perquisizioni anche a Firenze, bloccati 1.600 conti correnti. Coinvolte centinaia di “aziende fantasma”

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Firenze, 25 gennaio 2024 – Un’evasione fiscale mostruosa: quasi 2 miliardi di euro, 140 aziende-fantasma coinvolte, 85 indagati.  L’operazione della guardia di finanza di Ancona, in continuità con un’analoga operazione condotta dalla Tenenza di Senigallia, ha coinvolto anche la provincia di Firenze, dove sono state eseguite delle perquisizioni.

La prima parte dell’indagine, chiamata “Fast & Clean” per sottolineare la velocità con cui le operazioni illecite venivano eseguite, era partita dalle Marche, dove fu scoperta una rete di società fantasma che gravitavano attorno alle confezioni cinesi, aziende create solo per emettere fatture false. Il totale era di fatture per circa 150 milioni di euro, con un’evasione di circa 33 milioni di Iva e di altrettanta consistenza il risparmio delle imposte dirette sottratte al Fisco.

La seconda parte dell’indagine ha fatto scoprire altre 140 imprese, per lo più in Lombardia, tutte esistenti solo sulla carta, totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, addirittura domiciliate in luoghi improbabili se non a indirizzi inesistenti,  che in soli due anni (2022-2023) hanno emesso fatture false per un miliardo e 700 milioni di euro.

Sotto sequestro sono finiti 350 milioni di euro, che ha riguardato conti correnti bancari, auto di pregio, denaro contante, beni di pregio ed unità immobiliari. Trentaquattro i sequestri preventivi d’urgenza emessi dalla Procura della Repubblica di Ancona nei confronti di altrettante imprese responsabili dell’evasione per l’importo di almeno 22 milioni di euro di Iva. Sono stati eseguiti più di 30 provvedimenti di perquisizione, analizzati sequestrati e bloccata l’operatività di 1569 conti bancari, con l’impiego di 100 uomini nelle attività di perquisizione che hanno interessato Milano e provincia, Roncello, Gallarate, Montirone, Firenze e provincia, Padova, Vittoria.

Le indagini della Procura di Ancona hanno, inoltre, disvelato le modalità di retrocessione del denaro utilizzato per il pagamento delle fatture false: la società cartiera emetteva la fattura falsa e indicava al destinatario gli estremi del conto corrente italiano su cui eseguire il bonifico per il pagamento. Giunto l’accredito, il gestore della cartiera disponeva un bonifico estero di pari importo su di un conto corrente di una banca cinese – direttamente ovvero tramite triangolazione su conti correnti ubicati in altri paesi dell’U.E. – giustificando l’operazione a titolo di pagamento di corrispettivo per operazioni di importazione di prodotti in realtà mai avvenute. Gran parte dell’importo bonificato dall’utilizzatore della fattura falsa, nel frattempo trasferito in Cina, veniva restituito allo stesso imprenditore in denaro contante che gli veniva consegnato da “corrieri”. Un meccanismo ribattezzato “underground bank”, ovvero il sistema di una banca occulta, al servizio dell’economia illegale, che grazie ad una struttura organizzata e complessa è in grado di trasferire e riciclare somme miliardarie e di utilizzare provviste di denaro contante, non tracciato, per la restituzione, all’impresa destinataria delle fatture false, di parte degli importi dalla stessa bonificati.

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