
L’installazione “Sette volte sette“
Fanno ancora discutere i manufatti in terracotta non imprunetina sistemati in piazza, davanti alla sede del Comune. Dopo la protesta delle sette Fornaci storiche riunite sotto il marchio di tutela Cat, anche Confartigianato Firenze lamenta la scelta dell’amministrazione comunale, che a loro dire risulta penalizzante. Pur consapevoli che la produzione del cotto non si limita alla sola zona di Impruneta, "quando si parla di questo settore, le imprese imprunetine devono essere in prima fila, altamente valorizzate e riconosciute - suggerisce il segretario generale Jacopo Ferretti -. Vivono e hanno vissuto anni complessi, per i rincari e adesso per il clima di incertezza determinato dai dazi e dal nazionalismo economico".
Devono essere rispettate e valorizzate, dice il rappresentante di Confartigianato. "Siamo convinti che quello spazio – riprende – la storica e iconica piazza Buondelmonti, spetti di diritto alle imprese locali, senza nulla togliere alle altre ugualmente di valore, ma non locali".
Il “Marchio Impruneta“, ribadisce Ferretti, "ha un valore e va fatto capire soprattutto all’esterno come garanzia di qualità, pregio, rispetto per la tradizione".
Si dicono "esterrefatti" i consiglieri comunali di opposizione di Voltiamo Pagina: "L’esposizione di manufatti di cotto non imprunetini è uno schiaffo al lavoro, al sacrificio, alla storia delle eccellenze del nostro territorio e all’Impruneta tutta. Nella piazza diventata vetrina sono sparite le persone, è stata cancellata la socialità, non ci sono neanche i prodotti locali".
Martedì intanto il Comune ha tolto i due manufatti non imprunetini e ha fatto i conti: dall’inizio dell’amministrazione Lazzerini, sono stati inseriti nella piazza 28 prodotti del cotto imprunetino a marchio Cat, ossia delle sette Fornaci storiche del territorio, più quarantanove dell’installazione artistica “Sette volte sette“. Prima dell’attuale sindaco, dicono dal Comune, erano solo tre.