
Si moltiplicano i venditori irregolari e la merce ’esca’ per i visitatori. Così il centro storico perde l’ennesimo appuntamento con il decoro.
di Gabriele Manfrin
Il Colosseo sotto un cielo azzurro, le colline laziali illuminate dal tramonto. Solo che non siamo a Roma, ma in Borgo San Lorenzo, a due passi dal Duomo. E a mostrare questi panorami ’Italian Style’, non sono guide turistiche o musei, ma i poster degli esercenti abusivi stesi a terra, che affollano le vie del centro storico.
Un piccolo circo dell’assurdo, dove la storia di Firenze si mescola con souvenir da quattro soldi e copie scadenti di monumenti lontani, a pochi passi da capolavori che nessuna stampa potrà mai sostituire. Un paradosso che racconta l’altra faccia del turismo di massa, quello "mangia e fuggi", fatto di souvenir dozzinali e affari al volo. I dati confermano una presenza costante e diffusa: non solo nelle zone più iconiche, ma anche in angoli meno battuti, dove il controllo è più difficile.
Le aree più colpite sono piazza Duomo, in particolare il lato di San Lorenzo, e gli Uffizi. Ma la mappa degli abusivi si estende anche a piazza Santa Croce, Ponte Vecchio, via Calzaiuoli, dove i venditori si appostano come sentinelle pronte a scattare via al minimo segnale di controllo.
Tutti i punti hanno qualcosa in Comune, sono tattici per fuggire. Il fenomeno degli abusivi a Firenze non è solo un fastidio estetico, ma un problema reale: "Gli abusivi si muovono come una fisarmonica", racconta un commerciante regolare. "Quando la municipale passa, spariscono, ma tornano dopo una mezz’ora, come se nulla fosse". La presenza intermittente degli agenti infatti non basta a dissuaderli: la risposta è un continuo rimbalzo, un gioco di nascondino con le forze dell’ordine che non risolve nulla.
Di fatto, comunque, i controlli non mancano e gli agenti sono ben visibili. "D’estate vendono i poster, d’inverno gli ombrelli", ci spiega un altro commerciante. "Oggetti facili da trasportare e da sgomberare in fretta, appena arriva la polizia".
Non è solo una questione di stagionalità, ma di strategia: l’abusivismo si adatta alle condizioni, scegliendo sempre ciò che più si presta a un commercio rapido e improvvisato (statuette, scritte, intagli). Tra le bancarelle a terra, si trovano soprattutto riproduzioni di paesaggi e monumenti di scarsa qualità, spesso riferiti a città lontane come Roma o Venezia, un’offerta che non ha nulla a che vedere con l’eleganza e la storia di Firenze. La fotografia più rappresentativa la restituiscono gli Uffizzi. Da anni bersagliati dagli abusivi, non vengono risparmiati neanche questa primavera.
Di fianco ai pittori autorizzati e a due metri dai capolavori botticelliani, i poster contraffatti riempiono il terreno. Per una stampa con un quadro del museo chiedono dieci euro, ma se se ne prendono due il pezzo sembra trattabile. In tutto questo i venditori sono sempre in guardia. Si percepisce l’inquietudine: cappellino a visiera e occhio vigile, si guardano intorno, pronti a scappare alla vista della prima divisa.
Gli esercenti regolari sottolineano la difficoltà di convivere con questo fenomeno, che oltre a rubare clienti, incide anche sull’immagine della città. "Vendere a Firenze vuol dire rispettare un certo standard, un certo decoro", ci racconta un negoziante che vuol restare anonimo "Ma gli abusivi, con le loro mercanzie scadenti, calpestano quel valore. Non è solo una questione di concorrenza, ma di rispetto". Insomma se in un contesto come quello fiorentino l’arte e la storia dovrebbero fare da cornice a un’esperienza turistica di qualità, la lotta indiscriminata contro l’abusivismo resta una priorità.