AMADORE AGOSTINI
Cronaca

La Firenze-bene nel crac del Centro ippico Ventidue indagati per bancarotta fraudolenta

La procura contesta a soci e amministratori del circolo alle Cascine numerose irregolarità che hanno portato al fallimento della società. Dai Ferragamo agli Antinori, da Fani a Meli: tanti i nomi eccellenti che hanno fatto la storia della struttura e ora sono coinvolti a vario titolo

di Amadore Agostini

Maxi-inchiesta della procura di Firenze sulla bancarotta di uno dei circoli privati più esclusivi di Firenze, il Centro ippico toscano. Fra i 22 indagati c’è il salotto buono della città. E’ una vicenda complessa che ha bisogno di un paio di premesse. Intanto che è venuto meno il segreto dell’indagine preliminare perché gli avvisi sono stati notificati ai 22 indagati e quindi l’inchiesta è pubblica. Poi ricordiamo, ove ce ne fosse bisogno, che vale per tutti la presunzione d’innocenza. Per ora siamo alla fase dell’avviso di conclusione delle indagini.

Detto questo passiamo ai nomi e ai fatti loro contestati a vario titolo. L’inchiesta è stata incardinata dal procuratore aggiunto Luca Turco e dal pm Christine Von Borries che contestano agli indagati una dozzina di strani episodi che per loro configurano l’ipotesi di reato di bancarotta con tanto di distrazione di beni dell’attivo fallimentare. Nel mirino della Procura sono entrati nomi eccellenti dei salotti buoni della citttà, della nobiltà, dell’imprenditoria titolare di brand internazionali e di professionisti. In ordine alfabetico: Albiera Antinori, nata in Svizzera; Ferruccio Ferragamo, 62 anni, nato a Fiesole; Guido Francesco Pocianti, 62 anni, Firenze; Stefano Rosselli Del Turco, 75 anni, di Firenze, abitante a San Casciano Valdipesa. E poi Oliviero Fani,72 anni residente in via Pasquale Poccianti a Scandicci; Margherita Giannini, fiorentina, 63 anni; Carlo Meli, fiorentino, 50 anni; Agnese Mazzei, fiorentina di 59 anni Paolo Borghini, 75 anni; Giuseppe Urso, Firenze, 63 anni; Romolo Scarsella, 61 residente a Settignano; Massimo Berni, 72anni e Bruna Fanciullo, 60enne di Lecce abitante a Firenze, sindaci revisori in carica in epoca fallimentaare sotto la presidenza di Carlo Comparini, 81enne. Indagati anche Aldo Stefano Paulgross 88enne; Enrico Poli, 61anni residente in Ponte Vecchio; Guo Shenz Zheng, residente a Campi; Marco Papucci, 69 anni, Scandicci, Alessandro Burberi e Maurizio Lazzarini rispettivamente presidente e consiglieri fino al 2019 del Cit (Centro Ippico Toscano) associazione sportiva dilettantistica, società dichiarata fallita il 10 aprile 2019.

Attorno al fallimento di questa società e della consorella "Società Toscana per il Cavallo da Sella Srl", ruota l’inchiesta della procura fiorentina. Inchiesta che sembra essere scaturita dalle dichiarazioni ai pm fatte dal liquidatore, Guido Navarini, che nelle carte delle due società aveva trovato ’buchi’ difficilmente comprensibili. La Firenze bene comprava una quota e frequentava il Centro. Tutto molto bello, peccato però che fosse finanziariamente insostenibile.

Talmente insostenibile che i soci in vari ruoli e in tempi diversio, avrebbero cercato di salvare il tutto magari trovando qualche escamotage che la procura ha ritenuto illegale. I soci insomma, nonostante fossero insolventi fin dal 2010, hanno avuto accesso al credito o stipulando contratti di leasing esponendo valori di bilancio non veritieri in particolare la voce ’immobilizzazioni materiali’. Oppure si sono ’dimenticati’ di pagare Iva, Irpef, Inps e Inail per oltre un milione di euro. Conti alla mano dunque Cavallo da Sella, per fare un esempio, ha un passivo di 5 milioni di euro. Secondo l’ipotesi accusatoria, si sarebbero venduti i beni delle società, tutto quello che c’era, prima di finire nella procedura fallimentare che avrebbe bloccato tutte le vendite privilegiando i creditori.